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CorSera – Milan, la carta Elliott per l’Europa: “Un impegno di tre anni”

Casa Milan
Il caso Milan rivisto da zero dal Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna: oggi la sentenza. Il fondo Elliott, intanto, ha garantito continuità aziendale

Daniele Triolo

Il 'Corriere della Sera' oggi in edicola ha parlato dell'udienza che, presso il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna: i rossoneri, infatti, stanno lottando contro il verdetto della Camera giudicante dell'Organo di Controllo Finanziario dei Club di Calcio UEFA (CFCB) che, circa un mese fa, .

Il quotidiano generalista, nella sua sezione sportiva, ha evidenziato come, sebbene non sia stato messo per iscritto, il fondo Elliott Management Corporation, nuovo proprietario del club di Via Aldo Rossi dopo il default di Yonghong Li, ha fissato, in udienza, . Lo ha dichiarato, in via preliminare, Franck Tuil, portfolio manager del fondo di investimenti statunitense di Paul Singer, che ha sostenuto, dal vivo, per la prima volta, la causa del Milan davanti le istituzioni sportive.

Fin qui, nei precedenti 'step' dinanzi la UEFA, il fondo Elliott si era limitato a mandare una testimonianza, anche perché erano in corso le trattative, poi naufragate, per vendere il club. È questo uno degli elementi chiave che ora il collegio arbitrale dovrà valutare per decidere se riammettere il Milan alle coppe o confermare l’esclusione di un anno. Basterà l'impegno di Elliott a 'tranquillizzare' il TAS sulla continuità aziendale del Milan, punto cardine delle passate bocciature di Voluntary e Settlement Agreement di fronte la UEFA?

Il Milan pensa, secondo il 'CorSera', che siano decaduti gli argomenti che avevano fatto propendere la UEFA per l'esclusione dalle coppe anziché per una sanzione pecuniaria e dei paletti: non c'è più Yonghong Li, non c'è più il finanziamento con una scadenza ravvicinata, il debito è nei confronti del proprietario e non più verso un soggetto terzo ed il business plan presentato sarà ampiamente supportato dagli investimenti di Elliott. Marco Fassone, amministratore delegato del Milan, ha gradito tantissimo il supporto di Tuil.

Vedremo, ora, come reagiranno gli arbitri del TAS. Impossibile, per il 'Corriere della Sera', fare previsioni a poche ore dalla sentenza. Quello che è apparso chiaro, però, è che gli arbitri hanno deciso, come previsto dal regolamento, di rivedere il caso «de novo». Era quello che sperava il Milan, . Il TAS quindi non dovrebbe limitarsi a valutare la sentenza dell’UEFA e a valutarne la congruità rispetto alle violazioni delle norme del Fair Play Finanziario (per i bilanci 2015, 2016, e metà 2017).

Una congruità, questa, che il Milan ha sempre contestato nel confronto con altri giudizi verso club che avevano più debiti ma non sono stati esclusi dalle coppe, come PSG, Manchester City ed Inter. Ma la situazione del Milan — con l’opacità della passata proprietà — ha reso questo un caso speciale. L’arrivo di Elliott, un fondo d’investimento, non cancella totalmente l’originalità della situazione, ma certamente fornisce basi più solide:

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