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Cessione Milan, un ruolo per Elliott all’interno del CdA del club

Il fondo statunitense Elliott, il cui ingresso in scena è stato decisivo per il passaggio di proprietà del Milan, giocherà un ruolo chiave in futuro

Daniele Triolo

Salvo ulteriori, clamorosi 'scossoni', il prossimo 14 aprile sarà : in tale data, infatti, è previsto il tanto sospirato closing per il passaggio di proprietà del club rossonero, il quale, dopo 31 anni densi di successi (29) e soddisfazioni, si staccherà dall'egida Fininvest per divenire cinese, sebbene, tecnicamente, passerà sotto il controllo della Rossoneri Sport Investment Luxembourg.

Nell'intera operazione, la cui chiusura è stata posticipata già più volte, ha svolto infine un ruolo decisivo l'ingresso in scena del fondo di investimenti statunitense Elliott: , infatti, Yonghong Li disporrà dei capitali necessari all'acquisto, al mantenimento ed al rilancio del Milan. I tifosi non aspettano altro che vedere realizzate le tante promesse, fin qui disattese, di una squadra di nuovo ai vertici d'Italia e del Mondo: magari, cominciando dal rinnovo di contratto del nuovo idolo di San Siro, Gianluigi Donnarumma.

Naturalmente, Elliott ha tutto l'interesse affinché il Milan del prossimo futuro sia competitivo e vincente: aumentando il fatturato, infatti, per Yonghong Li sarà più facile restituire al fondo USA quanto ottenuto in questi giorni (ha tempo 18 mesi, n.d.r.). Per avere in qualche modo il polso della situazione, Elliott dovrebbe avere . Quale, è ancora da capire.

Secondo quanto riportato dai quotidiani in edicola questa mattina, infatti, Elliott avrebbe già espresso parere favorevole sui sei consiglieri designati per comporre (Marco Fassone, Roberto Cappelli e Marco Patuano per la componente italiana; Yonghong Li, Han Li e Lu Bo di Haixia Capital per la controparte cinese), ma si riserverebbe il diritto di esprimere il consenso su un nuovo consigliere qualora fosse deciso di estenderne il numero. In tal caso, non è escluso che Elliott possa inserire un suo rappresentante all'interno del CdA Milan, per un club che, a quel punto, diventerebbe cino-americano a tutti gli effetti.

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