Nessuno, dopo l'addio al calcio giocato di Christian Abbiati, può vantare le stesse presenze in rossonero di Ignazio Abate nella rosa di questo Milan. Un privilegio, ma anche una responsabilità come il terzino sa bene e come ha spiegato questa mattina ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport": "Io vecchio? Non scherziamo, assolutamente no. Sto bene, è solo che mi sento stranito perché non ho più nessuno dei vecchi compagni nello spogliatoio. Fa un certo effetto. Voglio dire che quando sei in un gruppo vincente diventa tutto più semplice. Ma occorre saper voltare pagina e pensare all’unica strada possibile: sacrificio, lavoro e umiltà. Le mie responsabilità? Me le sono sempre prese. Ormai credo di essere un punto di riferimento per il gruppo, anche perché i compagni vedono che vivo per questa professione e per essere di esempio ai più giovani".
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Abate: “Milan, basta alibi. Dobbiamo lottare per la Champions”
Il valore del Milan: "Questa non è una squadra da buttare. Ha valori tecnici e morali. E’ un gruppo che non può restare fuori dall’Europa, ed è un peccato ci siano giocatori che rendono solo al 60-70%. Non esiste galleggiare nella mediocrità, anche perché reputo superiori a noi soltanto 2-3 squadre. Forse meno, visto chi ha perso il Napoli..Siamo fermi sul mercato? Questo per noi non deve essere un alibi: negli ultimi anni ce ne sono stati anche troppi. Per il resto, attendiamo gli sviluppi, perché non si capisce se Berlusconi alla fine venderà. Mi spiace solo per Galliani, che purtroppo ora ha le mani legate sul mercato".
Gli obiettivi di quest'anno: "Se rispondo di pancia dico che non ce la faccio più a non giocare la Champions. Troppo tempo senza. O comunque si può anche restar fuori, ma giocandosela fino alla fine. Non si può essere senza obiettivi a due mesi dalla fine. Se rispondo razionalmente, dico che l’Europa, in generale, sarebbe già un passo avanti. Occorre lavorare molto sulla nostra autostima e consapevolezza, che negli ultimi tre anni ci sono mancate".
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