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PETAGNA: “Galliani disse che ero il vice-Balotelli, non mi hanno dato tempo”

Andrea Petagna
Andrea Petagna della sua avventura all'Ascoli e del suo passato al Milan

Gianluca Raspatelli

La Gazzetta dello Sport di oggi riporta le parole di Andrea Petagna, passato nel mercato di gennaio dal Milan all'Atalanta, rimanendo però in prestito all'Ascoli, dove finalmente ha trovato fiducia.

Ecco le sue parole: "Ho vissuto un’estate difficile. Non avevo richieste e a un certo punto volevo smettere. Vedevo tutto buio. Grazie al mio mental coach (Roberto Civitarese, ndr) sono riuscito a fare chiarezza in me stesso, ritrovando stimoli e voglia di giocare. Ora sono rinato".

Sull'Ascoli: "Mi voleva a tutti i costi, ma era in attesa del ripescaggio. Senza la B il Milan non mi mandava a giocare. Ho passato due mesi con il telefono in mano, in attesa di notizie".

Sul passato: "Su di me c’erano troppe pressioni. Galliani mi aveva battezzato come il vice-Balotelli e tutti si aspettavano cose incredibili. Sono andato alla Samp e dovevo essere il salvatore della patria, ma avevo appena 18 anni. Sono timido e l’attesa mi ha divorato. Appena sbagliavo una partita finivo in panchina. E’ successo pure a Latina: quante delusioni. A Vicenza, anche se ho giocato poco, ho imparato tanto. Merito di Marino e dei consigli di Cocco e Di Gennaro. Mangia è stato il primo a darmi continuità".

Sul Milan: "Non sono rimasto deluso, anche se ho il rammarico di non aver mai avuto una vera occasione al Milan. E’ difficile sfondare giocando solo degli spezzoni. Sono contento della chiamata dell’Atalanta: hanno investito soldi importanti e credono davvero in me".

Su come divenne rossonero: "A 9 anni facevo il raccattapalle all’Itala San Marco di Gradisca d’Isonzo, ammiravo Neto Pereira (oggi al Padova, ndr) e ogni estate facevo il provino per l’Atalanta, che mi avrebbe preso al compimento dei 14 anni. Poi il loro dirigente Mauro Bianchessi è passato al Milan e mi ha portato lì con Cristante".

 

 

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