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Niang, ancora tu? Viaggio al centro della crisi del francese

M'baye Niang Milan
L'attaccante francese del Milan è da ormai un mese che palesa un evidente calo psico-fisico. Il rigore sbagliato ieri a Roma è il secondo consecutivo in campionato

Redazione

Il secondo rigore consecutivo sbagliato è l’aspetto più evidente, ma il francese non convince da qualche partita anche per altri aspetti. La mancanza di alternative non aiuta, ma forse il momento di dargli un turno di riposo è arrivato, anche e soprattutto in vista della Supercoppa.

Non sappiamo se trattasi di involuzione tecnica o di puro calo fisico, ma è sotto gli occhi di tutti che, ormai da qualche settimana, M’Baye Niang non ha più la brillantezza mostrata ad inizio stagione. Gli stessi tifosi che lo esaltavano ora hanno eloquenti segni di insofferenza, come dimostrano i fischi ricevuti a San Siro, in occasione della sostituzione nel match di due giornate fa contro il Crotone.

Un calo fisico nell’arco di un’intera annata è da mettere in preventivo, soprattutto per una punta che ha bisogno di essere al massimo della condizione per esprimere la propria potenza, ma 3 gol in 14 partite sono troppo pochi per un attaccante di un top club.

Il rischio è anche quello di ritrovarsi un ragazzo che non sappia gestire aspettative e pressioni che si sono create su di lui, dopo il positivo inizio di Campionato. L’attacco ai suoi contestatori che il francese ha postato sul suo profilo Instagram, dopo la partita contro i calabresi, è la riprova della sua difficoltà ad accettare le critiche giustamente piovute dopo le deludenti prestazioni degli ultimi tempi. E’ un pericoloso segno di immaturità che ricorda vagamente un suo illustre predecessore in maglia rossonera, Mario Balotelli.

L’episodio descritto è solo l’ultimo di una serie di disavventure che lo hanno visto protagonista nella sua breve carriera. Guida senza patente, incidenti d'auto (l'ultimo dei quali gli è costato mesi di stop nell'ultima stagione), voli spericolati poco furbescamente documentati sul web da lui stesso, sono solo alcuni esempi.

Su tutti citiamo il caso del tuffo in piscina da un tetto, la scorsa estate, ritenuto a giusta causa troppo pericoloso dai tifosi, generando, anche in quella occasione, critiche ed accostamenti a SuperMario. Il rigore sbagliato ieri contro la Roma, che poteva indirizzare la partita a favore del Milan e che segue quello sbagliato solo sei giorni prima, è il quarto rigore fallito su sette tirati in carriera tra Ligue 1 e Serie A, quindi non possiamo parlare di casualità ma piuttosto di scarsa propensione alla realizzazione e di questo Niang se ne dovrà fare una ragione prima o poi. Le dichiarazioni nel post-partita di Roma-Milan, in cui ha designato Gianluca Lapadula come suo “successore”, fanno ben sperare i suoi detrattori.

Il rigore non realizzato, comunque, è l’aspetto più evidente ma non l’unico della sua prova opaca di ieri all’Olimpico. M’Baye gioca con superficialità, dialoga poco con i compagni e la scarsa condizione fisica porta alla luce forse un aspetto ancor più preoccupante: la sua collocazione in campo. Giocare sulla fascia probabilmente gli toglie lucidità e non ne esalta al massimo le qualità, che potrebbero esprimersi al meglio posizionandosi magari al centro dell’attacco oppure in un attacco a due punte.

Spetta, pertanto, a Vincenzo Montella il compito non semplicissimo di recuperare la condizione psico-fisica del numero 11 rossonero. Considerata la scarsa qualità della panchina rossonera (anche ieri se ne è avuta la conferma, nel caso fosse necessario), riavere il Niang di inizio stagione diventa prioritario per le ambizioni di alta classifica di questo Milan.

Massimo Iurino

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