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#Milan120: 7 gol rossoneri e Fausto Coppi in campo a festeggiare

La goleada rossonera sulla Juventus e il Campionissimo in mezzo ai tifosi rossoneri. Ecco il racconto di quella giornata trionfale per il Milan.

Stefano Bressi

ULTIME MILAN - L'avvocato Gianni Agnelli, presidente della Juventus da due anni, era tornato apposta in fretta e furia dagli Stati Uniti. La sua Juve capolista aveva già vinto all'andata, a ottobre, a Milano e voleva ripetersi contro il Milan del Gre-No-Li (definizione coniata da Aldo Congiu, cronista sardo del Corriere d'Informazione) per consacrarsi definitivamente come prima e unica candidata allo Scudetto.

Ma il vulnus era proprio quello, la partita d'andata. I tre svedesi del Milan erano convinti di aver giocato una grande partita a San Siro e pensavano di aver perso immeritatamente. Volevano quindi assolutamente rifarsi nella partita di ritorno, una partita che aspettavano da tempo. Anche se in realtà, non c'era solo il leit motiv dell'andata, ma anche il derby con i danesi. Nella Juventus giocavano i due danesi John Hansen e Karl Praest. Tra svedesi e danesi c'è sempre stata forte rivalità. Ecco perché quel 5 febbraio 1950 l'avvocato Agnelli rimase molto deluso.

Eppure sembrava andare tutto bene per i bianconeri: avevano 3 punti di vantaggio sul Milan secondo in classifica e dopo 12 minuti erano già in vantaggio nella sfida Scudetto, grazie ad un gol di John Hansen. È proprio quello invece il momento in cui il cielo sopra Torino si squarcia di rossonero. Nel giro di 11 minuti, tra il 15esimo e il 26esimo minuto, il Milan segna 4 gol. E altri tre nella ripresa. Sull'1-6, viene espulso Carlo Parola, proprio lui, per un bruttissimo fallo su Nordahl. Diventa il fatto del giorno, oltre al 7-1 a favore del Milan.

Parola si scusa sia in campo che negli spogliatoi, l'avvocato Agnelli si dichiara deluso più per quella espulsione che per i sette gol, l'arbitro Galeati dichiara che non poteva fare altrimenti. Il commento finale di Nordahl: "Non capisco perché Parola si sia comportato così, comunque la partita ormai era già decisa a nostro favore, oggi eravamo troppo in forma". Ma di finale ci fu soprattutto la festa dei tifosi del Milan che, al triplice fischio, entrarono in campo per portare in trionfo i giocatori del Milan. Qualcuno disse poi a Liedholm che fra i milanisti festanti in campo per la vittoria era presente anche Fausto Coppi, grande tifoso rossonero.

In quella stagione, il Milan aveva molti stimoli. Non solo quelli della rivalità con la Juventus e della voglia di affermarsi del trio svedese. Il Milan giocava anche per Giosuè Sanvito, 30enne difensore di Sesto San Giovanni, terzino destro titolare nelle prime 3 giornate di campionato. Alla quarta, proprio il Milan-Juventus dell'andata che tanto aveva stizzito il Gre-No-Li, Sanvito era già fuori squadra. Doveva curarsi. Era ammalato di cancro e venne a mancare nel giugno del 1950. Almeno pochi mesi prima, i suoi compagni di squadra gli avevano regalato la soddisfazione dell'1-7 di Torino.

di Mauro Suma

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