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Maldini: “Se torno nel calcio, solo al Milan. Cinesi? Ho dubbi”

Paolo Maldini Milan
Maldini ha rilasciato una lunga intervista in cui ha ribadito di avere dubbi in merito alla futura società rossonera e di essere convinto della scelta presa

Stefano Bressi

Fuoriclasse, da sempre, dentro e fuori dal campo, Paolo Maldini. Quando parla lo fa con classe, come quando era in campo. Espone le proprie opinioni con sicurezza, ma senza dire mai una parola fuori dalle righe. Nella lunga intervista rilasciata a Radio 2, Paolo ha affrontato diverse tematiche. Si parte dall'esonero di Claudio Ranieri fino ad arrivare al suo Milan e alla cessione.

Su Ranieri: "Ha fatto la storia, nessuno può cancellarlo. Sarà difficile da ripetere, soprattutto nei tempi moderni. C'è poca riconoscenza. La riconoscenza non va aspettata, pretesa, i professionisti devono farlo per passione. Licenziare un allenatore è molto più facile che cedere 30 giocatori, chiaro. Spesso il rapporto si incrina, le società sono costrette a prendere delle decisioni affrettate. Il valore dell'allenatore è sottostimato. Certi allenatori incidono davvero tanto, altri hanno scritto la storia del proprio club e del calcio".

Su Bonucci e Allegri: "L'allenatore ha il diritto di fare queste scelte. Deve farlo, è lui il responsabile del gruppo. In campo certe cose succedono, sei stanco e nervoso, le cose non vanno e basta davvero poco. Prima non c'erano tutte queste telecamere. Anche io ho avuto litigi con compagni e allenatori, ma nessuno di voi li ha visti".

Sul papà Cesare: "Non era severo, era all'antica. Nato negli anni '30 con un certo tipo di educazione, con l'esperienza calcistica degli anni '50 e '60, tempi in cui i giocatori stavano a Milanello da lunedì mattina a domenica. Se posso darmi un merito, ho provato a cambiarlo un po', per farlo stare al passo coi tempi. Era tutt'altro che rude comunque".

Milan cinese: "Io sono sempre convintissimo della mia decisione di non accettare l'offerta dei cinesi. I dubbi a una settimana dal closing restano gli stessi".

Sul futuro: "Non so se mi rivedrete nel mondo del calcio, per ora è così. Non ho mai aspettato niente dalla società e penso sia giusto viverla così. Ho dato e ricevuto tanto. Se dovessi tornare, però, chissà quando, sarà di certo al Milan. Spero che i rossoneri si qualifichino per l'Europa League".

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