Pianeta Milan
I migliori video scelti dal nostro canale

SUPERLEGA

Sacchi: “SuperLega? Si pensa solo ai soldi. I miei valori sono altri”

L'intervista di Arrigo Sacchi (ex allenatore AC Milan) al 'Corriere della Sera' sul tema SuperLega | Milan News (Getty Images)

Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan, ha parlato al 'Corriere della Sera' della questione SuperLega: ecco tutte le sue dichiarazioni

Daniele Triolo

"Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan inizialmente per quattro stagioni, dal 1987 al 1991 e, successivamente, nella seconda parte della stagione 1996-1997, ha rilasciato un'intervista in esclusiva al 'Corriere della Sera' oggi in edicola. Il tema non poteva che essere, principalmente, la SuperLega. Queste le dichiarazioni integrali di Sacchi.

"Sacchi sul tentativo di formare una SuperLega: "Tutto questo accade perché si pensa esclusivamente ai soldi e vengono accantonati i valori fondanti dello sport, del calcio. Dopo i soldi arriva il risultato. Si pensa solo a quelli, non certo a come si può raggiungere la vittoria".

"Sacchi su come si esce da questa tendenza: "Molto tempo fa, ero ai miei inizi come allenatore, imparai una lezione che mi ha sempre accompagnato. Parlo di un uomo di cultura, Alfredo Belletti, personaggio fantastico. Era il bibliotecario di Fusignano, grande appassionato di calcio, non solo era uno studioso del pallone. Era anche dirigente del Fusignano. Gli dicevo che la squadra aveva bisogno di un libero. Belletti andò a prendere una maglia col numero 6, me la diede e mi disse: “Arrigo, prendi un tuo giocatore, il più adatto al ruolo, fagli indossare la maglia numero 6, insegnagli tutto del ruolo, fallo lavorare, si applichi in questo senso...”. Così feci, vincemmo il campionato di seconda categoria, con pochi mezzi e soldi, e fummo promossi. Cosa voglio dire? Chi punta solo ai soldi vuol dire che non ha idee".

"Sacchi su cosa ha provato quando ha saputo della SuperLega: "Ho provato un gran dispiacere. Vedo delle responsabilità, che non sono solo di quel gruppo eletto di 12 società. Il movimento tutto, intendo le società, le istituzioni sportive, dirigenti, tecnici, compresi stampa e mezzi di informazione hanno delle colpe. Abbiamo fatto poco per creare il giusto pensiero, non c’è attenzione e sensibilità per i giovani. Date un pallone a un bambino, lo prenderà subito a calci. In quel gesto c’è la nostra cultura, il nostro DNA. Non lavoriamo sull’emozione, sulla bellezza del gesto, sulla identificazione del calciatore. Ci limitiamo a giudizi superficiali, a dire “quello è bravo”. Bravo a far cosa? Di un attore sappiamo specificare e spiegare il suo talento, così di uno scrittore, mentre nel calcio vedo scarsa profondità di pensiero, poco studio, un atteggiamento sbagliato, non si è portati a costruire, azione che richiede fatica, dedizione e sensibilità. È un fatto di cultura in un Paese che troppo spesso cerca scorciatoie".

"Sacchi sul Milan di Silvio Berlusconi che pensava alla SuperLega: "Lo slogan del Presidente Berlusconi era 'Divertire, convincere e vincere'. Questa era la sua filosofia, ben rappresentata da quel Milan, premiata, riconosciuta anni dopo come la squadra di club più forte del mondo. Il messaggio di Berlusconi e la sua interpretazione sul campo era ben diverso da chi predica solo e soltanto la vittoria, il risultato".

"Sacchi sulla SuperLega come 'mezzo per saltare delle tappe': "Le dicevo del mio dispiacere. Perché conosco Andrea Agnelli, sempre molto carino e gentile con me, un dirigente capace. Ho lavorato con Florentino Pérez, anche lui molto valido. Questa SuperLega è lontana dai miei valori. Una cosa è certa: il mio metodo non prevede scorciatoie. Contempla un duro lavoro, il rispetto delle regole, dei ruoli, si affida allo spirito di servizio, pretende la supremazia della squadra, del gruppo, non sa cosa sia l’egoismo, non conosce e insegue solo il risultato".

"Sui valori di Sacchi: "Il fatturato, il bilancio, i soldi, la bramosia del risultato sono lontani dal mio mondo e dal mio modo di essere che prevedono bellezza, emozione e inclusione. C’è un altro concetto insegnato ai miei giocatori, quello dell’interiorizzazione. Si parte dal lavoro, non c’è altro da fare, dalla fatica, dall’apprendimento. Tutto quello che si applica e si impara in allenamento bisogna portarlo in partita. L’interiorizzazione dei movimenti, dei meccanismi di gioco, rende tutto più facile, armonioso e spontaneo". Mercato, Maldini punta il nuovo Pogba per il centrocampo >>>

tutte le notizie di