Alberico Evani, ex calciatore del Milan, ha raccontato la famosa sfida contro il Napoli della stagione 1987-1988. Queste le dichiarazioni rilasciate ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport'.
NAPOLI-MILAN
Napoli-Milan, Evani: “Quella sfida del 1988 tra ricordi e curiosità”
Alberico Evani, ex calciatore del Milan, ha raccontato la famosa sfida contro il Napoli della stagione 1987-1988. Ricordi e retroscena
Con quale stato d’animo arrivaste a quella partita? "Inizialmente avevamo trovato parecchie difficoltà nell’assorbire ciò che ci chiedeva Sacchi, poi trovammo il filo del gioco e an- che la spettacolarità. Arrivammo al San Paolo consapevoli della nostra forza. Convinti che dipendesse più da noi che da loro. Maradona aveva detto di non voler vedere nemmeno una bandiera rossonera e ricordo che prima della partita Sacchi ci disse “concentriamoci su noi stessi, sul nostro gioco, e i tifosi del Napoli li metteremo tutti a tacere”. Sappiamo come andò, no? Ci applaudirono tutti, pelle d’oca".
Che tipo di stagione era stata? "Per me fu dura anche in termini personali: ero stato operato alla spalla, ero un po’ in difficoltà e ricordo che Sacchi a ottobre, dopo un Milan-Espanyol di Coppa Uefa, mi disse “se continui così, con queste paure, ti caccio via”. Lì per lì mi offesi, poi capii che era solo uno stimolo perché in realtà un giocatore con le mie caratteristiche gli serviva. Una convivenza partita male ma proseguita benissimo. Era molto esigente anche con se stesso, un allenatore maniacale, che magari ti stressava oltre misura, ma tutti i suoi giocatori li ha solo migliorati".
"Non si può non citare il successo nel derby di Natale. Da quel momento, non perdeste più: 18 partite senza sconfitte. "Io però voto il 2-0 del ritorno: uno dei derby più belli che ricordo, a livello di gioco. Lo abbiamo ricordato con Galliani durante l’ultima stracittadina di campio- nato a febbraio: una gara straordinaria. Loro superavano a fatica la metà campo".
Che cosa significava sapere di dover affrontare Maradona? Baresi ci ha confessato che era roba da perderci il sonno... "Era immarcabile. Bisognava sottrargli tempo e spazio. E’ il ta- lento più grande che ho visto, un tutt’uno con la palla".
La Gazzetta le diede 6,5 in pagella, spiegando che tenne a bada sia Bagni che De Napoli: lei magari si darebbe dato di più? (risata, ndr) "Per quella partita poteva essere giusto, ma in generale non siete mai stati molto generosi con me, per prendere un 7 dovevo fare un capolavoro...".
Quando Maradona disse di volere un San Paolo tutto azzurro, che effetto vi fece? "Ci caricò. Ma non solo. La notte prima i tifosi napoletani cercarono di non farci dormire. Urla, petardi, che casino. Ma capimmo che era un segnale di paura e la cosa ci diede ancora più convinzione".
Sacchi nell’intervallo vi disse: «Se non vinciamo, possiamo andare tutti a casa». "Lui capiva che eravamo superiori. E poi meritavamo di vincere, non potevamo farci portare via uno scudetto che era giusto vincessimo noi. Ora è emozionante rivedere quello scontro degli Anni 90".
Si aspettava di rivedere Milan e Napoli lassù? "No, ma se lo meritano. Il Napoli ha una rosa importante e un allenatore esperto. Il Milan è più giovane e meno abituato a certe altezze, ma sta dimostrando di valere un posto al vertice. Gioca un buon calcio, fa crescere tanti giovani e riesce a farlo anche nelle difficoltà. Pioli è bravo a trasmettere sicurezze e dare un gioco. Una persona equilibrata, capace di riconoscere anche i meriti degli avversari. Un signore del calcio".
Niente pronostici, ma che tipo di partita immagina domenica? "Bella perché sono squadre che giocano a viso aperto. Una partita con gol".
Lotta scudetto per tre, o attenzione alle rimonte dalle retrovie? "Le prime tre se la giocheranno fino in fondo, ma attenzione al rientro della Juve". Il sostituto di Ibrahimovic può arrivare gratis dal Liverpool: le ultime sul mercato del Milan
Le ultime notizie sul Milan anche su Google News: CLICCA QUI E SEGUICI
© RIPRODUZIONE RISERVATA