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Mondiali in Qatar, Sacchi: “Ecco le mie favorite per la vittoria”

intervista Sacchi Mondiali Qatar 2022
Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan e un tempo anche Commissario Tecnico della Nazionale Italiana, ha parlato dei Mondiali in Qatar

Daniele Triolo

Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan e un tempo anche Commissario Tecnico della Nazionale Italiana, ha parlato dei Mondiali in Qatar che iniziano oggi in un'intervista in esclusiva per 'La Gazzetta dello Sport'. Ecco, dunque, le dichiarazioni del 'Profeta di Fusignano'.

L'opinione di Sacchi sui Mondiali in Qatar

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Sulle sue emozioni: «Le stesse di quando, nel 1954, vidi il Mondiale per la prima volta in tv. Avevo 8 anni e scappai di casa per andare al bar ad ammirare la Grande Ungheria di Kocsis, Puskas e Hidegkuti. Il mio spirito, ogni volta che guardo una partita di pallone, è quello di un bimbo che si augura di poter assistere a uno spettacolo. Ed è con questo spirito che non mi perderò neanche una sfida di Qatar 2022».

Sulle sue favorite per la vittoria finale: «Brasile, Argentina, Francia e Germania».

Sul perché vede il Brasile tra le favorite: «Perché la Nazionale di Tite è molto solida in difesa, prende pochissimi gol. Thiago Silva e Marquinhos sono due colonne. E davanti alla retroguardia c’è una diga formata da Fred e Casemiro: mica facile passare di lì ... Poi, quando il pallone arriva là davanti, Raphinha, Neymar, Vinicius o chi volete voi ... hanno le qualità per mandare al tappeto gli avversari».

Sul perché vede l'Argentina tra le favorite: «Mi ha molto impressionato nella partita di Wembley contro l’Italia. Hanno grandi campioni e un gioco piacevole. Chi non vorrebbe in squadra gente come Messi, Lautaro e Di Maria? E poi non trascuriamo il fattore ambientale: ci sarà caldo in Qatar e le sudamericane possono essere avvantaggiate».

Sulla Francia: «Ultimamente non si è espressa al massimo, però è campione in carica e può sempre disporre di uomini di grande esperienza. E poi c'è Mbappé, che è come una pistola puntata sulla tempia dell’avversario. Quando parte, ci vuole la moto per tenere il suo passo. E una moto di grossa cilindrata ...».

Sul perché vede la Germania tra le favorite: «I tedeschi raramente hanno tradito nelle grandi manifestazioni. Hanno un carattere d’acciaio. Il C.T. Flick ha due grandi uomini in mezzo al campo come Gundogan e Kimmich, e là davanti c’è Sané che, quando ne ha voglia, è capace di far saltare i dispositivi di qualsiasi difesa».

Sulla possibile sorpresa in questi Mondiali: «Ne suggerisco due: la Spagna o il Portogallo. La Spagna perché ha uno stile di gioco ormai interiorizzato da tutti gli elementi: nella Liga quasi tutte le squadre, se non tutte, hanno la stessa mentalità, vogliono il possesso del pallone, cercano il dominio del campo. E questo può essere un vantaggio per i ragazzi di Luis Enrique, a patto che non siano troppo presuntuosi. Il Portogallo potrebbe sorprendere perché, a parte Cristiano Ronaldo, ha giocatori di grandi qualità. Penso a Leao, ma anche a Bernardo Silva. E in difesa sono tosti».

Arrigo Sacchi AC Milan

Su quale squadra potrà far vedere il gioco più divertente: «Beh, dal Brasile. Se non ci diverte il Brasile, chi deve farlo? Io dalla Seleção mi attendo sempre delle meraviglie, poi magari rimango deluso come mi è capitato nel 2014 quando persero 7-1 dalla Germania e quella non mi pareva una squadra, ma undici giocatori sparsi per il campo che non si capiva cosa facessero. Adesso, però, mi pare che ci siano le tre componenti fondamentali: motivazioni, spirito di squadra e gioco».

Sull'ultimo Mondiale per Lionel Messi e Cristiano Ronaldo: «Sono stati due campionissimi. Pensi che Cristiano per poco non riuscii a portarlo al Parma nel 2002: offrimmo 11 milioni, il Manchester arrivò a 15. È un ragazzo che ha una grande e sana ambizione, un autentico professionista. Messi ha regalato colpi straordinari, forse è stato un po’ schiacciato dal continuo paragone con Maradona».

Su che tipo di squadre vedremo ai Mondiali, se più fisiche e più strategiche: «All’estero non sanno nemmeno che cosa sia la tattica. Al Mondiale tutti danno la vita per vincere e si spendono tantissime energie. Fisiche e mentali».

Su quanto inciderà l'aspetto atletico: «L’aspetto atletico sarà determinante, perché il calcio moderno è velocità. Sia di pensiero sia di esecuzione. Dico sempre che un cacciatore, se trova il fagiano fermo, lo può colpire anche con una fionda, ma quando è in movimento diventa dura. Ecco perché è necessario che tutti ricevano il pallone non da fermi, sennò per gli avversari è più facile bloccarli. E poi non va trascurato l’aspetto dello stress. Tutte le partite, al Mondiale, sono decisive. Avete idea di quanto stress si accumula nei muscoli e nel cervello?».

Sui giovani da tenere sotto osservazione: «Dico i centrocampisti della Spagna: Rodri, Gavi, Pedri. Per loro è una grande vetrina».

Su cosa fa la differenza in un Mondiale, se esperienza o entusiasmo: «Senza l’entusiasmo non si va da nessuna parte. L’entusiasmo e la passione sono le qualità che ti permettono di superare i momenti difficili, la stanchezza, la delusione. In un Mondiale devi avere il fuoco dentro e gli avversari devono aver paura di scottarsi se si avvicinano troppo».

Sul giocatore del passato che avrebbe voluto vedere in Qatar: «Maradona. Il più grande. Lui faceva cose che agli altri, quelli di ieri e quelli di oggi, non erano consentite. Nemmeno potrebbero pensarle, perché le sue erano idee lunari. Con un tocco era capace di cambiare la storia di un’intera partita. Uno così chissà quando nascerà ancora... Intanto godiamoci quelli che ci sono ora, e prepariamoci a vivere un mese di grandi emozioni». Mercato Milan, Maldini soffia un titolare alla Juve! Le ultime news >>>

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