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Helveg: “Vi svelo la telefonata con Berlusconi. Zaccheroni? Un maestro”

Thomas Helveg, qui con la maglia del Milan nel 2001 (credits: GETTY Images)

Thomas Helveg, ex terzino del Milan, con cui ha vinto uno scudetto nel 1999 con Zaccheroni, ha concesso un'intervista a "Tuttosport"

Salvatore Cantone

NEWS MILAN - Thomas Helveg, ex calciatore del Milan, con cui ha vinto uno scudetto nel 1999 nella famosa di partita di Perugia, ha concesso un'intervista a Tuttosport: "Zaccheroni? L'ho incontrato a Udine, al momento giusto, quando avevo raggiunto la maturità, ero cresciuto non solo come giocatore. Avevo guadagnato esperienza. Da lui ho imparato tantissimo".

Cosa ha imparato?

"Per me è stato un maestro. Il suo calcio aveva qualcosa di diverso, era meno prevedibile. Mi ha insegnato molto a livello tattico, come muovermi in campo. A Udine la squadra giocava a memoria, girava alla grande".

Come si vive il passaggio dall'Udinese al Milan?

"Come una promozione. Mi sono detto: ce l'ho fatta. Mi sentivo pronto per il grande salto e per fortuna è stato così".

La prima persona che ha incontrato a Milanello?

"Maldini. Partenza migliore non ci poteva essere. E' stato lui che mi ha fatto capire davanti a un caffè che al Milan siamo tutti uguali. Dalla donna delle pulizie al magazziniere, da Sheva alla segretaria. Un altro Milan probabilmente, ma è il Milan che conosco io. Per me la cosa più bella è stata quella di poter vivere insieme ai senatori, insieme a Maldini, Costacurta, Albertini... Leader che formavano la squadra, indicavano la strada da seguire".

Dopo lo scudetto cosa non ha funzionato con Zac?

"E' sempre difficile gestire dieci campioni che non giocano. Il mister ha avuto carattere però perchè ha creduto nel suo progetto dal primo giorno fino all'ultimo".

Si ricorda le "entrate" del presidente Berlusconi

"Un presidente molto presente, che voleva dire la sua, non era facile per nessun allenatore conviversi. Ma come si dice: il presidente ha sempre ragione, giusto?"

Si ricorda la storia del Leone sordo su di lei...

"Non era una cosa che mi aspettavo da un presidente. Io non ero certo un campione, lo sapevo, perchè colpire me? Troppo amico di Zaccheroni? Non lo so. Poi il presidente mi chiamò, mi disse che non aveva mai detto quelle cose. Uno ci credeva oppure no..."

Lo scudetto è la sua vittoria più bella?

"Sì, è la più bella di sempre. Quando è successo nel mio primo anno nel Milan mi sono proprio sentito felice. E' come se si fosse avverato un sogno".

Molti avrebbero detto la Champions League.

"Quella è stata anche una mia vittoria. La Champions un po' meno. Mi è dispiaciuto non giocare la finale, non essere nemmeno in panchina. In tribuna ho sofferto tantissimo".

Pensa mai che avrebbe potuto vincere di più al Milan?

"In un certo senso sì e mi spiace non esserci riuscito. Con Zaccheroni potevamo ripeterci e invece l'anno dopo siamo arrivati terzi ed è cambiato tutto. Io non dico che con lui avremmo vinto altri campionati ma quando cambi un allenatore ci vuole tempo".

Avrebbe voluto finire la carriera al Milan?

"Mi sarebbe piaciuto, sarebbe stato un sogno. E' la squadra dove ho giocato più tempo in Italia, dove ho vinto. Ma so di aver dato tutto per questa maglia".Intanto il Milan spera nella riscossa di un calciatore, continua a leggere >>>

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