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INTERVISTE

Cannavaro: “Il Milan di Pioli ha lanciato un messaggio al campionato”

Intervista Cannavaro Pioli AC Milan

Fabio Cannavaro, ex difensore in Serie A e campione del mondo nel 2006 con l'Italia, ha parlato al 'Corriere dello Sport' oggi in edicola

Daniele Triolo

Fabio Cannavaro, ex difensore della Nazionale Italiana ed oggi allenatore, ha parlato anche del Milan di Stefano Pioli in un'intervista rilasciata in esclusiva al 'Corriere dello Sport' oggi in edicola. Queste alcune delle sue dichiarazioni.

Su Napoli-Milan dove Pioli ha indirizzato il campionato: «Ha lanciato un messaggio, questo sì, ma per vincerlo c’è ancora un gran lavoro da fare. Io continuo a pensare che, vista l’evoluzione della Juventus, sarebbe un errore madornale considerare Massimiliano Allegri irrimediabilmente escluso dalla lotta; e il Napoli, che ha perso l’altro giorno, rimane in corsa. È una sfida a quattro».

Su cosa l'ha colpito del Milan: «La naturalezza con cui si cuce addosso un abito adatto alle caratteristiche altrui. Ti gioca nella maniera più idonea per soffocarti e quando ti attacca, lo fa con l’eleganza e l’atletismo di Theo Hernandez e di Rafael Leão. Al Napoli ha rubato la possibilità del palleggio».

Sull'Inter: «E un’ampiezza alla quale attingere. Però le partite vanno vinte, Simone Inzaghi lo sa bene e non è tipo da cullarsi sulle prospettive o sui pronostici. Ragioniamo alla luce di quello che esiste: per ora, Milan davanti e le altre più o meno staccate».

Sulla corsa Scudetto: «Il giochino delle percentuali non mi diverte e le variabili sono tante. La Juventus aspetta l’Inter in casa, per dirne una. Il Milan, chi l’avrebbe detto?, ha pareggiato con la Salernitana e l’Udinese e poi è andato a vincere a Napoli, contro un’avversaria che sette giorni prima era stata capace di prendersi tre punti a Roma, con la Lazio, in un finale da uomini forti. In casi del genere, che sembrano quasi estremi, sarebbe eccessivo andare a cercare una favorita, ammesso che si possa: lo Scudetto è un affare per quattro».

Fabio Cannavaro

Sul Napoli che ha pagato la tensione del big match: «La grande attesa qualcosa ha tolto, però anche prima che cominciasse la partita dell’Olimpico si dicevano le stesse cose, memori della sconfitta con il Barcellona. Il calcio muta di settimana in settimana, ci sono picchi di rendimento e pause che non si possono prevedere. E tutto ciò proibisce di sbilanciarsi».

Sul campionato: «Ci divertiremo sino all’ultima giornata o magari poco prima. Non immagino strappi decisivi che chiudano la sfida in anticipo: restano trenta punti a disposizione, che per l’Inter diventano trentatré, e pensate un po’ cosa può succedere».

Su Liverpool-Inter, occasione per i nerazzurri: «Che ci proveranno, perché nulla è deciso. Ci vuole un miracolo ma in passato ne sono stati fatti e in futuro ne vedremo. Chi può negare la speranza, quando si ha un organico come quello nerazzurro? Poi, dopo, si scoprirà cosa sarà rimasto: se la delusione per essere stati eliminati o l’entusiasmo per essere stati in grado di ribaltare una situazione disperata. Sono fattori pure questi».

Sulla differenza tra Serie A e campionati esteri: «Non è un luogo comune: la questione è culturale. Bisogna riempire le partite di intensità e rimuovere quei vuoti costruiti intorno alle polemiche. Gli arbitri devono lasciar giocare, come ha fatto Daniele Orsato in Napoli-Milan. E poi ci manca fisicità, quella che si trova in Inghilterra, in Germania e anche in Francia».

Sui possibili uomini Scudetto: «Il Milan ha Olivier Giroud che segna gol decisivi utili per fare la differenza e sta per riabbracciare un Zlatan Ibrahimović che nessun altro può godersi, solo Pioli. L’Inter ne ha più di uno. Il Napoli dipende da Victor Osimhen, dalla sua capacità di orientare il destino con i suoi gol. E la Juventus ha preso un attaccante pazzesco: Dušan Vlahović è capace di difendere la palla con il corpo come pochi, è cattivo sullo sviluppo centrale e su quello laterale. Mi sembra un po’ stanco, perché giocare sempre toglie forze, ma alla sua età si smaltisce in fretta l’acido lattico».

Su Lorenzo Insigne: «Lorenzo non è piaciuto neanche a me contro il Milan, ma ha corso, eccome. Immagino, conoscendolo, che abbia voglia di staccarsi nel miglior modo possibile, non si risparmierà, non è nella sua natura, e anche stavolta si è sbattuto. Poi ci scappa una gara un po’ così, ma lui è lo stesso che la domenica precedente aveva impresso la svolta con la Lazio. Solo che talvolta ce ne dimentichiamo». Milan, spunta un'alternativa a Sanches. Le ultime news di mercato >>>

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