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Boateng: “Quanti insulti razzisti ho ricevuto, vi racconto tutto”

6 gennaio 2013, Kevin-Prince Boateng con il Milan contro il razzismo (credits: GETTY Images)

MILAN NEWS - Kevin-Prince Boateng ha parlato dei casi di razzismo che nel corso della carriera lo hanno riguardato, anche durante il passato rossonero

Giacomo Giuffrida

NEWS MILAN - Kevin-Prince Boateng è tornato a parlare di razzismo, ora che purtroppo l'argomento è tornato prioritario tra i media dopo l'omicidio di George Floyd in USA. Queste le dichiarazioni dell'ex calciatore del Milan a Sky Sports UK.

L'episodio durante Pro Patria-Milan del 3 gennaio 2013: "Quello è stato il momento in cui ho deciso che era troppo. Mi sentivo triste e arrabbiato, volevo mostrare al mondo che non avrei mai più accettato queste cose".

La sua 'risposta al razzismo' da giovane: "Quando ero più giovane ho cercato di ignorare il razzismo. Le persone che mi conoscono mi dicono che ho pianto, sono andato a casa e non ho detto più nulla. Ero un codardo, non ero abbastanza forte. Ora non sono più un codardo".

I brutti ricordi di razzismo: "Nella mia carriera mi hanno fatto il gesto della scimmia. Mi hanno detto che per ogni gol che avrei segnato mi avrebbero tirato una banana. E poi ‘ti metteremo in una scatola e ti riporteremo nel tuo paese’, ‘negro’, mi hanno gettato acqua e mi hanno detto che mi avrebbero pulito perché ero sporco. La verità è che più che triste sono arrabbiato".

"Sarebbe semplice non permettere alla gente di colore di fare sport, così come il cinema o altre cose. Ma sarebbe noioso. Mi piacerebbe che i giocatori di colore stessero a casa in un giorno specifico, diciamo quello del compleanno di George Floyd. Non perché non vogliano lavorare o per mancanza di rispetto nei confronti dei club, ma per onorare la comunità nera".

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