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INFORTUNI: Niang e Kucka preoccupano più del dovuto, ecco perché

M'baye Niang Milan
Juraj Kucka e M'baye Niang costretti a fermarsi: la rosa del Milan è ampia, ma Sinisa Mihajlovic ha poche scelte. Ed il tecnico serbo è preoccupato

Daniele Triolo

Ieri pomeriggio, a 'San Siro', il Milan ha perso una grandissima opportunità di recuperare due punti a Fiorentina ed Inter, e quindi di accorciare le distanze sulla zona Champions League, : all'iniziale vantaggio friulano, firmato, in maniera beffarda, dal poco rimpianto ex rossonero Pablo Armero, ha replicato ad inizio ripresa M'baye Niang, giunto al suo quarto centro in campionato. Nel secondo tempo, il forcing milanista ha prodotto molte occasioni da gol, tra le quali due, colossali, non sfruttate da Carlos Bacca (che ha colpito di testa, indisturbato, tra le braccia del portiere ospite Orestis Karnezis) e da Andrea Bertolacci, che ha colpito una clamorosa traversa.

Oltre ai due punti, comunque, il Milan ha perso, durante il match contro i bianconeri di Stefano Colantuono, due elementi importanti della propria rosa, costretti ad uscire a gara in corso per via di noie muscolari, vale a dire proprio l'autore del gol, Niang, ed il poderoso centrocampista slovacco Juraj Kucka, ieri poco brillante ma comunque in un ottimo periodo di forma fisica. La società rossonera nel quale viene sottolineato come Kucka abbia riportato una lesione del retto femorale della gamba sinistra (si prospetta almeno un mese di stop) e come Niang, al contrario, debba essere valutato meglio nei prossimi giorni. Senza dimenticare che, a questo Milan, manca anche Giacomo 'Jack' Bonaventura, che ha saltato Milan – Udinese per un infortunio all'otturatore della gamba destra.

Tutte queste assenze, per ultime quelle di Niang e Kucka, preoccupano più del dovuto Sinisa Mihajlovic. Già, perché il tecnico serbo, a ben vedere, avrebbe una rosa talmente ampia da essere in grado di sopperire a qualsiasi mancanza. Al posto di Niang, ad esempio, potrebbero essere impiegati dal 1' in attacco Mario Balotelli (piuttosto apatico e svogliato anche ieri pomeriggio), Luiz Adriano ( di domenica 14 febbraio) o Jérémy Ménez, rientrato ad allenarsi in gruppo da più di qualche giorno. La partita di Coppa Italia contro l'Alessandria, però, ha recentemente dimostrato come le seconde linee della formazione rossonera non siano all'altezza della compagine titolare: sulla classe e la bravura, per esempio, di Balotelli, Luiz Adriano e Ménez, naturalmente, nessuno discute, ma la condizione atletica degli elementi di cui sopra appare piuttosto precaria. E ben lontana dall'essere definita accettabile.

Per il centrocampo, che dovrà fare a meno del 'treno' Kucka, può essere fatto un discorso similare. Al posto dello slovacco, nel cuore del settore mediano della squadra di Mihajlovic, potranno essere utilizzati Andrea Bertolacci, Andrea Poli o José Mauri. Poli, va detto, quando viene chiamato in causa, offre sempre il suo concreto contributo alla causa ma, nonostante sia uno dei pochi 'affidabilissimi' presenti in rosa, viene scarsamente considerato dall'allenatore, fatto salvo per alcuni spezzoni di gara che gli sono stati, di tanto in tanto, concessi. Bertolacci, come rivelato da Sinisa Mihajlovic nel corso della conferenza stampa pre-Udinese, , ma mister 20 milioni, per ora, ha passato tanto tempo in infermeria e, quando si è ritrovato catapultato sul terreno di gioco, raramente ha offerto prestazioni convincenti. E che dire di Mauri, il paradosso più grande di tutta la rosa milanista: dichiarato incedibile nel corso dell'ultima sessione invernale di calciomercato, è rimasto con la promessa dell'allenatore che avrebbe ottenuto più spazio in campo. Ma, finora, Coppa Italia esclusa (dove, per inciso, non ha mai brillato), in campionato non ha disputato ancora un minuto di gioco.

Niang e Kucka, insomma, si sono fermati nel momento meno opportuno. Nel momento in cui Mihajlovic si ritrova pochi rincalzi sui quali contare e, oltretutto, anche in ritardo di condizione. Per uscire con un bel filotto di risultati dalle gare contro Genoa (in casa), Napoli (in trasferta) e Torino (ancora a 'San Siro'), il tecnico serbo è chiamato a compiere una vera e propria impresa sportiva.

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