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ESCLUSIVA PM – Bellinazzo: “Difficilmente il Milan verrà escluso dalle Coppe”

Marco Bellinazzo
Quali scenari per il Milan dopo la decisione della UEFA? Per fare chiarezza lo abbiamo chiesto all'esperto di finanza sportiva Marco Bellinazzo

Edoardo Lavezzari

Ieri la doccia fredda da parte della UEFA, che ha rifiutato la proposta del Milan di settlement agreement, aprendo scenari inaspettati per il "Diavolo" che rischia addirittura di restare fuori dalle Coppe. Per provare a fare chiarezza sulla vicenda la redazione di PianetaMilan ha intervistato in esclusiva il giornalista de "Il Sole 24 ore" Marco Bellinazzo, ecco cosa ci ha raccontato:

Cosa rischia il Milan? "A seguito dell'esclusione del settlement agreement tornano in gioco tutte le sansazioni, tra cui anche l'esclusione dalle Coppe, che in quell'accordo non è contemplata. E' un'ipotesi remota, quella a cui dare meno percentuali, ma bisognerà vedere anche come andrà il processo perchè a parte un caso isolato della Dinamo Mosca nessuna squadra era mai arrivata a processo, ma quello era un caso molto particolare. La UEFA in questo caso ha deciso di andare a verificare in profondità la situazione del Milan e a questo punto non si può esclude nulla, anche se dal mio punto di vista l'estromissione dalle Coppe sarebbe la meno probabile, quelle più probabili restano le sanzioni di carattere economico o sul calciomercato, non un blocco, ma una forte limitazione, oppure un piano di rientro molto stringente: sulla falsa riga delle sanzioni subite da Roma e Inter, ma in maniera più pesante".

Le motivazioni della scelta della UEFA: "La UEFA non si è limitata a guardare l'aspetto economico, su cui poi verrà fatto il processo e su quel limite oggettivo di 30 milioni di euro di perdite che è stato abbondantemente superato nel triennio, fino a 100/150 milioni, è evidente che il Milan è fuori da qui parametri. Però la UEFA fa un'altra valutazione, le vere preoccupazioni dell'istituzione calcistica europea riguardano il fatto che la continuità della proprietà del club non è assicurata. Non sono arrivati quei chiarimenti sul rifinanziamento del debito che erano stati assicurati nei mesi scorsi. La UEFA si chiede chi sarà il proprietario del Milan nel breve periodo: Elliott potrebbe entrare in possesso del club, ma è anche vero che Elliott non vuole gestirlo, ma rivenderlo a un altro interlocutore e la UEFA non si è sentita di porre un sigillo sull'operazione".

I dubbi di Yonghong Li: "Di fondo c'è una certa preoccupazione per la sua solidità finanziaria ed è questo il vero punto interrogativo di tutta la vicenda"

Cosa può fare il Milan da qui al processo: "La UEFA ha già ritenuto poco credibile il piano di espansione economica presentato dal Milan per l'Asia e ora con la mancata qualificazione in Champions diventa ancora più difficile puntare sull'aumento dei ricavi. E' vero che il problema nasce nella gestione precedente, quella Fininvest, ma è anche vero che le sanzioni sono proiettate sull'attuale dirigenza. Da questo punto di vista la UEFA si è detta molto preoccupata, quindi il Milan per togliere le armi principali alla UEFA per questo processo dovrebbe arrivare a concludere il rifinanziamento del debito. Sarebbe la chiave di volta, si darebbe la certezza alla UEFA che da qui ai prossimi anni ci sarà una proprietà certa, solida e capace di portare a termine il piano di rientro che la UEFA stessa imporrà al club".

Il rifinanziamento: "Il problema nasce anche dal fatto che era stato indicato maggio o comunque la primavera come termine ultimo per il rifinanziamento. Diciamo che c'è una difficoltà di fondo: è vero che i debiti in campo al Milan e quelli in campo alla proprietà sono formalmente separati, ma la garanzia è la stessa ed è il Milan in quanto tale. A questo punto non è corretto parlare di un problema debitorio che non riguarda il club, perchè la garanzia di fondo non può essere scissa dai due debiti. Per cui è evidente che se Yonghong Li non ha fondi suoi con cui garantire un altro finanziatore e il bene alla base è sempre il Milan da qui nascono i problemi nel trovare un rifinanziamento più lungo e magari a tassi di interesse più bassi".

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