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Cessione societaria, l’Inter chiude subito: Milan, cosa aspetti?

L'ex presidente del Milan, Silvio Berlusconi (credits: GETTY Images)
Thohir vende la maggioranza dell'Inter in pochi giorni, il Milan fatica e Berlusconi allunga i tempi. Siamo di fronte all'ennesima maratona estiva?

Donato Bulfon

In mattinata della cessione dell'Inter ai cinesi di Suning. Il gruppo orientale ha acquistato circa il 70% delle quote del club nerazzurro, con Erik Thohir che ne  resta presidente, ma come socio di minoranza e la famiglia Moratti che esce definitivamente di scena.

Una notizia che era nell'aria, ma che è arrivata presto e non con le lungaggini che invece circondano l'altra sponda del Naviglio, quella rossonera. Certo, Thohir aveva necessità di vendere, per far fronte ai debiti che si erano generati negli ultimi due anni, ma la velocità di conclusione dell'affare non può far altro che far riflettere. Ormai è un anno, infatti, che dalle parte di Via Aldo Rossi e di Arcore, si aggirano acquirenti o presunti tali che vogliono comprare le quote del Milan. Prima Mr Bee, con esclusive, closing annunciati e mai avvenuti, dubbi, pseudo-certezze, cordate, investitori nascosti nell'ombra e chi più ne ha, più ne metta. Il presidente rossonero Berlusconi ha più volte ammesso che per tornare grande, il Milan ha bisogno di una grande immissione di capitale. Cosa che lui . Ed è qui che iniziano i dubbi. Berlusconi accoglie prima Bee Taechaubol, ne parla in maniera entusiasta, ma poi la cosa sembra perdersi nel nulla di un Oriente sconfinato. Poi arriva la famosa cordata cinese, di cui tutti sanno tutto o niente, e per la quale ogni giorno spuntano nomi, patrimoni, smentite, ammissioni.

E il tifoso rossonero sembra frastornato. Berlusconi, poi,  non aiuta, dato che ogni giorno, in piena campagna elettorale, : un giorno , l'altro sono ottime persone, ma non si sa se si chiude. E le sensazioni sono tutte poco positive. Certo, probabilmente alla fine il Milan verrà ceduto, ma la mancanza di chiarezza è palese e questo non fa bene nè a Berlusconi nè al brand Milan. E, sarà anche duro ammetterlo, ma in questo frangente i "cari" cugini sono stati più veloci e più trasparenti. Vedremo se poi nel tempo avrà avuto ragione Berlusconi ad essere titubante, proteggendosi dietro un "amo il Milan, non vorrei vendere", o Thohir che cede senza battere ciglio dopo solo pochi anni dall'acquisto.

Fatto sta che i giorni passano e il progetto del nuovo Milan sembra dover slittare ancora: i tifosi vogliono sapere. Con o senza cinesi, l'importante è che la dirigenza sia chiara. E soprattutto che le cose si definiscano alla svelta e non, come al solito, far fronte all'ennesima ed estenuante maratona estiva, che già comprometta la prossima stagione.

 

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