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CAPELLO: “Direi no al Milan, troppo amico di Berlusconi. C’è poca qualità”

Fabio Capello, ex giocatore e allenatore del Milan
Capello ha parlato ampiamente del delicato momento del Milan

Gianluca Raspatelli

Fabio Capello ha rilasciato una lunga e interessante intervista alla Gazzetta dello Sport. In questa intervista ha parlato ampiamente del Milan.

Ecco le sue parole sull'eventuale chiamata dei rossoneri: "Oggi sono bello rilassato, mi godo questo periodo dopo aver lasciato la guida della nazionale russa. Tornare alla Roma? Mai dire mai. Al Milan? Sono troppo amico del presidente e in questo momento direi assolutamente di no. E anche all'Italia. Non accetterò mai: delle nazionali ne ho avuto abbastanza".

Poi una parentesi sulla Roma: "Quando abbiamo vinto lo scudetto ho lottato per sei mesi l'anno dopo, per sottolineare che dovevamo pensare a quello dell'anno successivo, invece era tutta un'euforia, una festa continua. Io ero abituato alla Juve e al Milan dove vincendo non avevi fatto altro che il tuo dovere. Roma è una città meravigliosa, dove tutto è bellissimo. Devi estraniarti da questa bellezza e vivere il lavoro duramente".

E nel dettaglio del delicato momento del Milan: "La squadra è titubante; si dà da fare, corre, cerca la strada, ma non l'ha ancora trovata. Non ha grandissima qualità, lo si vede nelle partite. Va a strappi, a momenti, non riesce a imporre quel gioco che invece l'allenatore vede in allenamento, dove c'è meno tensione e quindi i giocatori sono più liberi di provare".

Rispetto a Mihajlovic e Garcia, Capello preferisce gli allenatori italiani: "Sono i migliori sulla piazza. Sicuramente sono i più attenti a vedere ciò che succede in giro per il mondo, e a preparare le partite in modo adeguato rispetto all'avversario. Noi italiani cerchiamo sempre di imporre la nostra filosofia di gioco, cosa che molti non fanno".

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