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BACCA, un cecchino fuori dal gioco

Carlos Bacca Milan
Carlos Bacca, top scorer rossonero, vanta dei numeri incredibili. Eppure, spesso resta ai margini del gioco del Milan. Perché?

Daniele Triolo

Carlos Bacca, in estate, è stato il colpo più costoso del calciomercato del Milan. Sfumato Jackson Martínez, che, dopo aver dato la propria parola ai rossoneri, aveva scelto di firmare per l'Atlético Madrid, Adriano Galliani ha deciso di destinare 30 di quei 35 milioni previsti per acquistare il nuovo centravanti sul 29enne colombiano del Siviglia. E, va detto, Bacca è stato sicuramente la nota più lieta della campagna acquisti rossonera: 'El Peluca', reduce da due stagioni fantastiche nella Liga spagnola con la maglia del Siviglia (108 presenze e 49 reti totali) è difatti il top scorer della squadra di Sinisa Mihajlovic, con 8 reti messe a segno in Serie A nelle prime 17 giornate ed una, molto bella, realizzata in Coppa Italia sul campo della Sampdoria.

In totale, 9 gol, in soli 5 mesi trascorsi in Italia. Quello che più stupisce di Bacca, attaccante rapido, veloce, pericolo costante nell'area di rigore avversaria, è la straordinaria precisione sotto porta: i suoi gol, sempre belli e mai banali, sono stati realizzati con appena 15 tiri scagliati verso il portiere avversario. Numeri mostruosi, per un centravanti che, fino ad una quindicina di giorni orsono, . Una volta ripreso confidenza con il gol (a 'San Siro', in occasione dell'1-1 interno contro l'Hellas Verona), Bacca non si è più fermato, timbrando il cartellino, come detto, anche in Coppa Italia e poi concludendo il suo bel 2015 con l'acuto del 'Matusa', che ha contribuito ad affossare le speranze del Frosinone e regalato a Mihajlovic ed all'ambiente rossonero un Natale più sereno.

Sin da quando (luglio 2012) il Milan, per questioni di bilancio, si ritrovò costretto a cedere Zlatan Ibrahimovic al PSG, i rossoneri stavano cercando un grande attaccante. Un bomber da 20-25 gol a campionato, un centravanti di quelli in grado di 'spostare gli equilibri' di un campionato. Ibra, fenomeno vero, era in grado di fare, in sostanza, reparto da solo: proteggeva palla, faceva salire la squadra, sapeva mandare in rete i compagni (Antonio Nocerino ricorda ancora con nostalgia la stagione 2011-2012, nella quale, grazie ad Ibra, mise a segno 10 reti in campionato ed una in Champions League) e, naturalmente, era letale quando si metteva in proprio. Bacca, ovviamente, ha caratteristiche fisiche, e tecniche, totalmente diverse: la sua media reti, però, può certamente far sorridere i tifosi rossoneri che, negli ultimi anni, hanno visto tramontare rapidamente diversi progetti. Quali quello costruito intorno a Giampaolo Pazzini, che mise a segno 15 gol in Serie A nella stagione 2012-2013 ma che poi non è mai riuscito a trovare continuità anche per via di numerosi infortuni. O quello costruiti dapprima intorno ad Alessandro Matri, sballottato poi come un pacco postale al Genoa, alla Juventus ed infine alla Lazio, o intorno alla figura di Fernando Torres, celermente rientrato in patria perché mai ambientatosi in rossonero per via delle troppe pressioni. Ultimo fallimento in ordine di tempo, Mattia Destro, autore di sole 3 reti in campionato con la maglia del Milan ed ora rinato a Bologna sotto la guida di Roberto Donadoni. Solo Mario Balotelli, in parte, non ha deluso le attese.

Nessuno di questi, però, aveva (ed ha) il tasso tecnico, il palmares ed il curriculum di Carlos Bacca, esattamente il grande giocatore, il cecchino, di cui il Diavolo sentiva la forte esigenza, ed un folle bisogno. Allora perché, spesso, il top scorer Bacca finisce dietro la lavagna dei cattivi? Un po' per suoi demeriti: il colombiano, infatti, non è particolarmente abile a proteggere il pallone e, trovandosi a suo agio negli spazi aperti, soffre, al contrario, quando è costretto a scontrarsi con i muri issati dalle difese avversarie. Questa sua caratteristica lo porta, spesso, ai margini del gioco del Milan, ed ad eclissare la propria stella per lunghi tratti dei match dei rossoneri. Non è, però, tutta colpa di Bacca: la manovra offensiva del Milan, infatti, risulta essere, nella stragrande maggioranza dei casi, piuttosto lenta e farraginosa. Di certo, non le migliori condizioni per mettere in condizione di far male un velocista come Bacca. Qualora Mihajlovic riuscisse a sfruttarne meglio le caratteristiche, ed a servirlo come più gradisce, il numero 70 rossonero sarebbe certamente in grado di replicare, anche nella massima serie italiana, quanto fatto vedere in Spagna. E, perché no, insidiare anche un altro sudamericano, 'El Pipita' Gonzalo Higuaín, sia in testa alla classifica marcatori che nella corsa al miglior giocatore del campionato. Il Milan dovrà riprendere il volo verso l'alta classifica decollando sulle ali del suo bomber: questo sarà, necessariamente, il buon proposito per l'anno che verrà.

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