MASSIMILIANO ALLEGRI: il Milan, la Juventus, Ambra e.. Adani

Massimiliano Allegri, ex allenatore di Milan e Juventus (credits: GETTY Images)

GLI ALLENATORI DEL MILAN

– MASSIMILIANO ALLEGRI –

Un ritratto di Massimiliano Allegri, ex allenatore di Cagliari, Milan e Juventus. Aneddoti, curiosità e ipse dixit, ma anche statistiche e trofei vinti, dallo scudetto in rossonero del 2010-2011 ai 5 campionati di fila in bianconero. Le battute, i sorrisi e le polemiche con Adani. Poi il gossip: quel matrimonio saltato con la sposa lasciata sull'altare e l'amore di oggi con Ambra Angiolini. Ecco la sua storia..

LA SCHEDA

Nome: Massimiliano Allegri

Luogo e data di nascita: Livorno, 11 agosto 1967

Altezza: 183 cm

Peso: 75 kg

Soprannome: Acciuga

CARRIERA DA CALCIATORE

Trequartista di ruolo, Allegri disputa una carriera di buon livello ma senza picchi di particolare rilievo, complice il suo carattere complicato ed eccessivamente scanzonato. Dopo gli esordi con il Cuoiopelli e le prime stagioni importanti con il Livorno, Allegri fa il suo esordio in A con la maglia del Pisa. Nel Pescara di Galeone trova la sua stagione migliore (con 12 reti), che gli vale poi le maglie di Cagliari e Napoli. Nel finale di carriera rientra in Abruzzo, prima di trasferirsi alla Pistoiese e poi all’Aglianese, suo ultimo club nel 2002-2003.

CARRIERA DA ALLENATORE

Gli esordi

Proprio dall’Aglianese, nella stagione immediatamente successiva al suo ritiro, comincia la sua esperienza in panchina. Nel 2004-2005 passa alla Spal, in C1, con cui chiude il campionato al nono posto. L’anno dopo è al Grosseto, con cui resta per due stagioni, intervallate però da un esonero. Subito dopo affianca Galeone sulla panchina dell’Udinese, cosa che in seguito gli costerà una squalifica (aveva già lavorato con il Grosseto in quella stagione), e nel 2007 firma per il Lecco, con cui resta solo poche settimane.

Sassuolo e Cagliari

L’occasione che gli cambia la carriera gli viene offerta dal presidente Squinzi, che lo ingaggia per guidare il Sassuolo. Allegri porta i neroverdi in Serie B e impreziosisce la sua stagione conquistando anche la Supercoppa di categoria. Gli eccellenti risultati ottenuti in Emilia gli valgono la chiamata del Cagliari, in Serie A. Dopo un inizio complicato (5 sconfitte consecutive), il tecnico livornese conquista un’agevole salvezza e ottiene la conferma per la stagione successiva. Insignito della panchina d’oro nel mese di febbraio, a causa di alcuni dissapori con Cellino viene esonerato qualche mese più tardi, malgrado la tranquilla posizione in classifica.

Milan

Nell’estate 2010, dopo aver risolto il contratto che lo legava al Cagliari, Allegri viene scelto dal Milan per aprire un nuovo corso. L’esordio è convincente (4-0 al Lecce) e grazie al supporto di un organico di eccellente valore, guidato da Ibrahimovic, l’ex allenatore del Cagliari conquista lo scudetto al primo tentativo. Nel 2011-12 arriva il successo in Supercoppa, ma in campionato il suo Milan non si ripete e chiude il torneo al secondo posto (tra le polemiche per il gol-fantasma non assegnato a Muntari nello scontro diretto con la Juventus). Malgrado un profondo restyling della rosa, al suo terzo anno in rossonero Allegri riesce comunque ad ottenere la qualificazione in Champions League guadagnandosi la conferma per la stagione successiva. Nel 2013-14, però, dopo un girone d’andata disastroso, Allegri viene sollevato dall’incarico al termine di una sconfitta sul campo del Sassuolo (4-3).

Juventus

Tra lo scetticismo generale, nell’estate 2014 Allegri viene scelto dalla Juventus per raccogliere l’eredità di Antonio Conte. Il percorso sulla panchina bianconera si rivela esaltante e, nonostante un gioco non eccellente, Allegri conquista 5 scudetti, 4 Coppa Italia e 2 Supercoppe. Anche in Europa il suo cammino è assolutamente buono, alla luce delle due finali conquistate nel 2015 e nel 2017. Al termine della stagione ’18-19 arriva il divorzio, complice la volontà della dirigenza juventina di proporre un’idea più innovativa di calcio.

Curiosità e aneddoti

Detiene, con Eriksson e Mancini, il titolo di recordman per numero di successi finali ottenuti in Coppa Italia (4).

Ha conquistato in totale 5 panchine d’oro ed è stato inserito, nel 2018, nella Hall of Fame del calcio italiano.

È attualmente impegnato con l’attrice Ambra Angiolini.

Da giovane lasciò la fidanzata dell’epoca, Erika, a due giorni dalle nozze, destando un certo scalpore nelle cronache del tempo.

È un grande appassionato di ippica e pesca.

Ipse dixit

Dicono che in Italia manchino i giocatori, ma siamo la nazione che ha vinto quattro Mondiali: in Italia i giocatori ci sono sempre stati e ci saranno di nuovo. Bisogna tornare a lavorare di più sui singoli e meno sulla tattica e sugli schemi. Oggi ci sono molti giocatori che sono polli da allevamento e questo non è un bene per il calcio. Bisogna abituare i giovani a pensare, ad avere ambizioni, senza togliergli creatività e inventiva.

Il calcio è molto semplice: bisogna fare due cose, la fase offensiva e quella difensiva, e bisogna farle bene tutte e due. Quando non attacchi al massimo non è certamente una vergogna, anzi... fare una bella fase difensiva vale come lavorare al meglio sulla fase offensiva, perché l'obiettivo finale è il risultato e ci si può arrivare in qualsiasi modo. Lo spettacolo è al circo: noi dobbiamo vincere le partite e fare i tre punti.

Quando sono arrivato si diceva che non potevo fare l'allenatore del Milan, poi i ragazzi mi hanno fatto vincere campionato e Supercoppa. Tanti ambiscono ad allenare il Milan, è un ruolo sempre al centro dell'attenzione. Io sono sereno e indifferente per un semplice fatto: quando parlo lo faccio sempre direttamente. Quello che ho detto ai vecchi lo so io. Andare a rivangare il passato non ha senso. Quello che ho detto a Gattuso lui lo sa, poi uno fa le sue scelte. Quando uno mi prende per il c... divento matto. E odio le persone indirette, forse per quello sto antipatico a molti.

Se l'autorevolezza di un allenatore deriva dall'urlare, io non ne ho. A me chi urla non trasmette niente, mentre ci sono persone che parlano piano e infondono sicurezza, anche timore. Ma il mondo della leadership è ancora tutto da scoprire, per noi allenatori. Una parola detta in un certo modo può cambiare le cose. Forse è in questo campo che si può sorprendere.

[Sul gol fantasma di Muntari in Milan-Juventus 1-1 del 25 febbraio 2012] Si vede che la linea di porta era troppo grossa... Diciamo che è stato un episodio simpatico, e che la mia squadra ha fatto una grande partita. Diciamo pure che, a volte, a star zitti sarebbe meglio. Io comunque mi diverto, sono toscano e le battute mi piacciono. È evidente che quell'episodio ci ha penalizzato, e che la partita è stata falsata. Sarebbe stato il 2-0 per noi. Il gol annullato a Matri? Sarebbe stato, eventualmente, il 2-1. Comunque la Juve è imbattuta, e ha dimostrato di star facendo molto bene.

Le liti con Adani

Capitolo a parte meritano i ripetuti scambi di vedute sul calcio tra Massimiliano Allegri e Daniele Adani, ex giocatore e opinionista di Sky. Battibecchi spesso accesi, degenerati poi in un litigio vero e proprio in diretta televisiva. Questa la prima lite a distanza tra i due, cui poi ne seguiranno tante altre:

Dicono di lui

Non era facile, il suo arrivo dopo Conte [alla Juventus] poteva essere paragonato al post-Mourinho all'Inter. Max ha dimostrato di essere capace di costruire uno splendido rapporto con i giocatori. Ha fatto quello che è riuscito a Capello dopo Sacchi al Milan. (Gianluca Vialli)

Elno capisse un casso (Silvio Berlusconi)

Mi sono rivisto un po' in lui. È arrivato alla Juve più o meno alla mia età, ha la stessa mia concretezza e la voglia di modernizzare la squadra. Ci sono punti in comune. Si vede l'intelligenza: in punta di piedi in un ambiente dove si praticava un certo calcio, senza stravolgere le certezze. Poi, con idee leggermente diverse, ha dato a poco a poco la sua identità. (Marcello Lippi)

È un tecnico molto intelligente [...]. Ha la capacità di farci restare sempre focalizzati sulla partita che sta per arrivare [...]. Trova sempre le giuste soluzioni e le sostituzioni, sa leggere e sentire cosa sta accadendo nei momenti della partita e della squadra: è uno dei migliori allenatori in circolazione. (Sami Khedira)

Palmares

Giocatore

Coppa Italia Serie C: 1 (Livorno: 1986-1987)

Campionato italiano Serie D: 1 (Aglianese: 2001-2002)

Allenatore

Campionato italiano Serie C1: 1 (Sassuolo: 2007-2008)

Supercoppa di Lega di Serie C1: 1 (Sassuolo: 2008)

Campionato italiano: 6 (Milan: 2010-2011; Juventus: 2014-2015, 2015-2016, 2016-2017, 2017-2018, 2018-2019)

Supercoppa italiana: 3 (Milan: 2011; Juventus: 2015, 2018)

Coppa Italia: 4 (Juventus: 2014-2015, 2015-2016, 2016-2017, 2017-2018)

Di Domenico Abbondandolo