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#TBT – Esajas, rossonero per 3′ minuti

Esajas, giocatore del Milan (credits: acmilan.com).
Dal calore dei fornelli a quello di San Siro: la storia del neo 43enne Harvey Delano Esajas. Il racconto trascritto al sito ufficiale del Milan.

Nicholas Reitano

All'andata Crespo, al ritorno Esajas. Ecco come un normale doppio confronto degli Ottavi di finale di Coppa Italia contro il Palermo può passare alla storia. All'andata al "Barbera", dopo tanti patemi e una lunga assenza, Carlo Ancelotti schiera dall'inizio Hernan Crespo che segna subito un gol e viene recuperato a tutti gli effetti per la stagione in corso. Un mese e mezzo dopo, il 12 gennaio 2005, tocca invece a lui, ad Harvey Delano Esajas. Dopo aver vinto 2-1 all'andata, il Milan è al sicuro anche al ritorno, 2-0 al Palermo a tre minuti dalla fine e Quarti di finale di Coppa ormai assicurati. "Va tutto bene, è tutto tranquillo, perchè no?" deve aver pensato questo Carlo Ancelotti, in quel mese di gennaio di 12 anni fa al momento di richiamare in panchina Ambrosini e di schierare proprio lui, Esajas, l'ex compagno di squadra di Seedorf nelle giovanili dell'Ajax che il 13 giugno 2017 ha compiuto 43 anni. Tre minuti più recupero, un paio di discese sulla fascia applaudite da San Siro e tanta gioia al fischio finale. Celebre il momento in cui va a prendere il suo amico Seedorf e lo alza, lo porta in trionfo, per ringraziarlo di averlo restituito al calcio.

Dall'altra parte del Naviglio, i cugini interisti erano sprezzanti su Esajas, ma ai tifosi milanisti era una storia che piaceva. La versione fra un giornale e l'altro cambiava: chi lo definiva cameriere, chi lavapiatti, chi al lavoro dietro i fornelli. Ma un fatto è certo, era un ragazzo che amava il calcio e che si era perso per strada, come succede a tanti giovani. Con gli amici, a Milanello, a Clarence Seedorf brillavano gli occhi parlando di lui: "Era fortissimo, è stato solo sfortunato, è giusto e bello provare a regalargli una nuova opportunità". Sapeva quali corde toccare nel Milan, Clarence. E così il 27enne olandese decide di uscire dal ristorante con i tanti chili messi su, 115 per la precisione, in tre anni di inattività e raggiunge Milanello come aggregato alla prima squadra.

Quella sera di Coppa Italia, quei tre minuti, furono una notizia, aveva perso tanti chili Esajas per poter scendere in campo. E anche se nel Milan non giocò più, avrebbe comunque conservato il suo sorriso di ragazzo restituito al pallone. Venne anche convocato per la Finale di Champions League contro il Liverpool a Istanbul e proprio quel risultato negativo arrivò a incidere sulla sua vita. Dopo quella delusione cocente, il Milan divenne più spartano e austero, per cui il buon Harvey Delano andò a giocare al Lecco. Stipendi in ritardo, un solo anno nella squadra alpina. Esajas torna in Olanda, diventa allenatore delle giovanili di una squadra in cui ha militato, il Buitenveldert, e di lui si è parlato nel 2010 come possibile allenatore del Monza. Ma senza seguito e senza sviluppi.

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