Il Maestro OSCAR TABAREZ: il Milan, l’Uruguay, la malattia

GLI ALLENATORI DEL MILAN

– OSCAR WASHINGTON TABAREZ –

Un ritratto di Oscar Washington Tabarez, ex allenatore in Italia diMilan e Cagliari e ct dell'Uruguay. Carriera, aneddoti, successi e ipse dixit: tutto sul Maestro, colpito nel 2016 dalla sindrome di Guillain-Barré, una malattia neuromuscolare rara che fa parte del gruppo delle «neuropatie disimmuni», ovvero malattie che colpiscono il sistema nervoso periferico portando a disabilità anche gravi. Una rara patologia che colpisce il sistema nervoso per via batterica o virale e che comporta disturbi ai muscoli delle gambe, del tronco e delle braccia fino a incidere sulle funzioni respiratorie e cardiache. Tabarez colpì tutti quando si presentò in stampelle in Copa America e ai Mondiali, portando a conoscenza dell'opinione pubblica questa sua difficoltà. "Forza Maestro!", il messaggio del Milan appena appresa la notizia. Ecco la sua storia..

LA SCHEDA

Nome: Óscar Washington Tabárez Silva

Luogo e data di nascita: Montevideo (Uruguay), 3 marzo 1947

Altezza: 174 cm

Soprannome: El Maestro

CARRIERA DA CALCIATORE

La carriera di calciatore di Oscar Tabarez si svolge tra Uruguay e Messico, dove l’attuale allenatore della Celeste gioca per anni (1967-1979) in prima divisione nel ruolo di difensore centrale.

CARRIERA DA ALLENATORE

Gli esordi in Uruguay e la Nazionale

I primi passi della carriera da allenatore di Tabarez riguardano il calcio giovanile, in particolare il Bella Vista e la Nazionale Under 20. Successivamente intraprende un interessante percorso con le principali squadre del suo paese fino alla conquista della Copa Libertadores con il Penarol (1987). Dopo un breve passaggio in Colombia al DeportivoCalì, viene nominato commissario tecnico dell’Uruguay. Sulla panchina della Celeste prende parte ai Mondiali del 1990, dove la sua squadra si ferma agli ottavi di finale contro l’Italia.

Boca Juniors e Penarol

Nel 1991 si accasa sulla panchina del Boca Juniors, con cui conquista il torneo di Apertura nella stagione ’92-93. Rientra poi in patria, al Penarol, dove si ferma per un’altra stagione prima di provare l’esperienza europea.

Cagliari e Milan

Nel 1994 a puntare sulle capacità del Maestro è il Cagliari, trascinato verso un sorprendente nono posto. Nell’estate 1996 il Milan decide a sorpresa di affidargli il proprio progetto, che però naufraga dopo pochi mesi. La sua avventura in rossonero parte con la sconfitta in Supercoppa contro la Fiorentina e si chiude ad inizio dicembre dopo un ko con il Piacenza. Il tecnico uruguaiano si dimette e lascia così l’Italia.

Real Oviedo e il ritorno a Cagliari

Nel 1997-98 Tabarez riparte dalla Liga, dalla panchina dell’Oviedo, ma non riesce ad evitare la retrocessione in Secunda. Nel 1999 torna a Cagliari, sua isola felice, ma dopo appena 4 partite (e 1 punto) il club sardo lo esonera.

Velez e Boca

Nel 2000 Tabarez rientra allora in Argentina, dove in due anni guida nel’ordine il Velez e il Boca.

Nazionale

Nel 2006 – a 16 anni di distanza dalla prima volta – Tabarez viene nominato Ct della Nazionale uruguaiana. Sotto la sua guida la Celeste si qualifica ai Mondiali del 2010, dove stupisce tutti e conquista un eccellente quarto posto. Dopo la conquista della Copa America 2011, nel 2014 (in Brasile) l’Uruguay di Tabarez si ferma agli ottavi di finale contro la Colombia. Malgrado i gravi problemi di salute che lo colpiscono a partire dal 2016, Tabarez resta in sella e trascina la Celeste ai Mondiali 2018. In Russia il percorso dei suoi è ancora buono e si interrompe solo ai quarti, contro i futuri campioni della Francia.

Tabarez, ct Uruguay, in stampelle ai Mondiali 2016

Curiosità e aneddoti

Il suo soprannome, El Maestro, nasce dalla sua precedente carriera da insegnante nelle scuole di Montevideo.

È il commissario tecnico dei record: nessuno vanta un numero di presenze maggiore sulla panchina di una sola Nazionale.

Ipse dixit

Ho sempre dato più importanza alla persuasione che all'imposizione. È importante che l'alunno, o nel caso di una squadra il giocatore, dia un significato a quello che sta facendo. Il calciatore deve crescere sentendosi indipendente.

Il giocatore ideale non esiste, perché l'ideale è l'opposto della realtà. E un allenatore deve saper guidare la realtà.

Il leader è una persona che usa le sue capacità per raggiungere gli obiettivi fissati. Se queste capacità, che influiscono sul resto della squadra, hanno come fine il suo beneficio e non quello della squadra, non parliamo di un leader, ma di un capobanda, un capetto. [...] Alcuni hanno più carisma e sono più portati a trascinare gli altri, e saranno loro a farsi carico di trasmettere la tua proposta al resto del gruppo, a dare importanza ai più piccoli dettagli [...]. La differenza tra leader e capetto è questa.

Spesso si parte da un assunto errato, che il possesso del pallone porti a un maggior numero di occasioni da gol. Ho imparato in Italia, dove il possesso palla non è santificato come in altri paesi, che puoi far male agli avversari anche senza avere il controllo della sfera.

Dicono di lui

È più di un allenatore. È un formatore di uomini. (Diego Godín)

Tabarez? Quello che canta al Festival di Sanremo? (Silvio Berlusconi)

Tabarez era un vero signore e capiva di calcio. Non è stato un anno fortunato ma ciò non toglie nulla alle sue qualità. Nella vita si può essere grandi senza vincere sempre. (Billy Costacurta)

Palmares

Coppa Libertadores: 1 (Peñarol: 1987)

Campionato argentino: 1 (Boca Juniors: Apertura 1992)

Copa Master de Supercopa: 1 (Boca Juniors: 1992)

Nazionale

Giochi panamericani: 1 (Uruguay U-20: 1983)

Coppa America: 1 (Uruguay: Argentina 2011)

Di Domenico Abbondandolo