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Ciofani: “A Piatek serve un gol. Van Basten il più grande. Su Ibra…”

Daniel Ciofani, attaccante del Frosinone (credits: GETTY Images)

Ciofani è intervenuto ai microfoni di Radio Rossonera. Lui, attaccante tifoso rossonero, oggi gioca nella Cremonese. Tanti temi toccati. Le sue parole.

Stefano Bressi

ULTIME MILAN - Intervenuto in diretta  su Radio Rossonera, l’attaccante Daniel Ciofani, della Cremonese, ha parlato sia del momento del Milan sia più in generale del calcio moderno. Qui di seguito, l’intervista completa.

Cosa sta succedendo a Piatek e se ha mai passato momento simili: “Non è facile sapere cosa sta succedendo a Piatek anche perché ogni situazione è diversa dalle altre. Quello che percepisco da fuori è una certa sfiducia. Il ruolo dell’attaccante è particolare come quello del portiere ma basta poco, un goal può bastare a sbloccarsi; anzi, credo che il goal sia l’unica medicina possibile”.

Se si aspettava una stagione così travagliata per il Milan: “Onestamente non saprei. Quello che so è che le grandi squadre che sono rimaste nella memoria collettiva sono state quelle di cui si ricordano per filo e per segno le formazioni dal numero 1 al numero 11. Spesso sento dire che Ronaldo e Messi sono in crisi, non scherziamo! In crisi sono gli attaccanti che non segnano da 20 partite semmai. In un mondo molto social ricordiamoci che i giocatori non sono robot ma essere umani e che le parole a volte fanno male”.

Se la maglia del Milan è davvero così pesante come dicono e se Ibrahimovic potrebbe aiutare questo gruppo di giovani: “Ibrahimovic è un numero 1 ma è un giocatore che ha una certa età e io credo molto nei progetti. Servirebbe forse parlare con chiarezza e dire che questo Milan non può lottare per la Champions e sta puntando su una squadra giovane da far crescere in prospettiva ma se ti chiami Milan certe cose non puoi dirle; poi è chiaro che io non posso sapere le dinamiche che ci sono adesso. Da tifoso milanista mi piacerebbe comunque poter rivedere Ibra con la maglia rossonera. Per questa stagione Ibrahimovic potrebbe essere un po’ come Noe per salvare il salvabile”.

Secondo lui perché tutti gli ultimi numeri 9 del Milan hanno fatto fatica: “Il gioco certamente non aiuta. L’attaccante può dire che non gli arrivano palle giocabile ma anche l’attaccante stesso deve essere bravo a renderle tali, è un po’ un cane che si morde la coda. Da dopo Inzaghi quel numero di maglia al Milan è diventato pesante, io comunque la indosserei volentieri”.

A Frosinone ha “sfiorato” Nesta. Se gli sarebbe piaciuto giocare sotto la sua guida: “Sì. Ci ho parlato spesso confessandogli anche la mia fede milanista ma a quel tempo di comune accordo sapevo già che sarei andato via. Ho avuto la fortuna di parlare con Nesta per un mese circa e ovviamente gli ho chiesto un po’ di cose sul Milan nel quale ha giocato”.

Sull'idolo Van Basten: “Il più grande di tutti! Devo a lui la mia costante voglia di indossare la maglia con il numero 9, era un attaccante moderno già 30 anni fa”.

Un giocatore del Milan attuale che lo sta colpendo in positivo: “Theo Hernandez. Non riesco a vedere sempre le partite del Milan perché spesso gioco in contemporanea, ma per le partite che ho visto Theo ha una qualità e un passo superiore”.

Stessa domanda pensando al campionato di Serie B: “Un po’ più complicato rispondere ma dico Machin del Pescara. Scamacca anche, è uno dei prospetti più interessanti”.

Cosa manca ai giovani calciatori di oggi per arrivare in alto: “Non è qualcosa che manca, forse è il non rendersi conto di un potenziale che anni fa non c’era. Nesta mi disse che i ragazzi di oggi non riescano a capire la fortuna che hanno: 3 partite ottime o mezza annata buona e si ritrovano già con contratti milionari. I Social hanno una potenza inaudita, una foto di 30 secondi fa è già vecchia ma questo meccanismo rischia di non dare importanza a nulla. Così nei Social come nel calcio, un giorno sei un campione e un altro tutto l’opposto”.

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