CALCIOMERCATO MILAN - Arrivato al Milan nell'estate 2017 in prestito con obbligo di riscatto, per un totale di 6 milioni di euro, dagli inglesi del Sunderland con l'etichetta di 'pupillo' dell'ex direttore sportivo rossonero, Massimiliano Mirabelli, il duttile Fabio Borini ha dovuto faticare, non poco, per ritagliarsi uno spazio importante nella squadra rossonera.
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Da sicuro ceduto a risorsa importante: il Milan conta su Borini
Non è mai stato titolare fisso, il numero 11 del Diavolo, però, in due stagioni con la maglia del Milan, Borini ha collezionato la bellezza di 73 gare, con 8 reti all'attivo, tra Serie A, Europa League, Coppa Italia e finale di Supercoppa Italiana dello scorso gennaio. Un elemento, quindi, su cui gli ultimi tecnici rossoneri, Vincenzo Montella e Gennaro Gattuso, hanno fatto affidamento.
Ora, con l'avvento del nuovo allenatore, Marco Giampaolo, cultore del 4-3-1-2, si pensava che, per Borini, in campo non ci sarebbe stato più spazio. Vero che il giocatore nasce attaccante, ma è altrettanto vero che, negli anni, ha via via cambiato la propria posizione sul terreno di gioco, destreggiandosi da esterno nel tridente ma anche da terzino, in caso di estrema necessità, tanto a destra quanto a sinistra.
Il Milan, all'inizio di questa sessione estiva di calciomercato, lo aveva inserito tra i giocatori sacrificabili sull'altare del Fair Play Finanziario UEFA: per un'offerta di 15 milioni di euro, Borini sarebbe stato ceduto. Tanti i club che si sono interessati al suo cartellino: nella Ligue 1 francese il Bordeaux e, nella Premier League inglese, Crystal Palace e Newcastle. Oltre alle solite sirene cinesi. Tutte queste società, però, sono rimaste spaventate dall'ingaggio di Borini, 2,5 milioni di euro netti a stagione: un deterrente ad un'eventuale operazione.
Il ragazzo, così, con la consueta diligenza, si è messo a disposizione del Milan e di Giampaolo con l'obiettivo di faticare, come suo solito, per farsi notare. In 'soccorso' di Borini sono venute le manifestazioni internazionali, Coppa America e Coppa d'Africa, che hanno privato l'allenatore di Franck Kessie e Lucas Paqueta nella prima parte della preparazione. Il tecnico, quindi, ha chiesto la disponibilità di Borini a giocare da mezzala, ruolo mai ricoperto finora in carriera, per 'tappare il buco' e poter già attuare il 4-3-1-2.
Borini ha risposto presente. Ma non solo con le parole, bensì anche con i fatti. Nelle tre gare disputate dal Milan in International Champions Cup contro Bayern Monaco, Benfica e Manchester United, Borini è stato sempre uno dei migliori in campo, interpretando al meglio il ruolo nuovo ed i dettami tattici di Giampaolo, che lo ha promosso ed approvato. Ovviamente, con il rientro di Kessie e Paqueta e con i probabili nuovi acquisti sul mercato, Borini non giocherà lì in questa stagione.
Sicuramente, potrà provare a giocare da seconda punta. Quel che è certo, però, è che è passato dall'essere sicuro ceduto ad una risorsa più che importante. Può ufficialmente iniziare la sua seconda vita rossonera, con soddisfazione di tutte le parti in causa. Intanto, Giampaolo ha posto il veto su un'altra possibile cessione: continua a leggere >>>
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