GUNNAR NORDAHL

Nome: Gunnar Nordahl

Data e luogo di nascita: Hörnefors (Svezia), 19 ottobre 1921

Data e luogo di morte: Alghero, 15 settembre 1995

Nazionalità: Svedese

Ruolo: Attaccante

CENNI BIOGRAFICI

Gunnar Nordahl nasce a Hörnefors (Svezia) il 19 ottobre 1921. Calciatore dilettante in patria, si rivela al grande calcio grazie all’oro olimpico conquistato a Londra con la nazionale di calcio svedese nel 1948. Approda al Milan nel gennaio 1949, squadra in cui rimane sino all’estate 1956, per contribuire in maniera determinante alla conquista del quarto titolo nazionale rossonero del 1951, dopo ben 44 anni di attesa, e del quinto scudetto del 1955.

Miglior marcatore di sempre nella storia del Milan con 221 reti all’attivo a fronte di 268 presenze complessive, Nordahl termina la carriera alla Roma per poi fare ritorno in patria. Sempre legato all’Italia e al calcio italiano, Gunnar Nordahl si spegne ad Alghero, dove si trovava in vacanza, il 15 settembre 1995.

STORIA

Gunnar Nordahl, esponente di punta di una famiglia svedese di calciatori, è il bomber più prolifico della storia del Milan. Cresciuto nella fredda Svezia, in una famiglia che faceva del lavoro la sola ragione di vita, il tornitore Gunnar inizia a giocare a calcio all’eta di 16 anni mostrando da subito innate e formidabili doti da goleador.

All’inizio degli anni 40 del secolo scorso, pur mantenendo la condizione di dilettante, Nordahl approda dapprima al Degerfors, dove conferma le sue straordinarie qualità fisiche e realizzative, e di seguito al più ambizioso e conosciuto IFK di Norrköping.

L’arrivo al Norrköping, in un calcio non professionistico, è tuttavia subordinato all’assegnazione di un posto di lavoro sicuro: l’IFK lo fa assumere come pompiere con il grado di caporale assicurandogli uno stipendio più che dignitoso. Nasce così la leggenda del Pompiere, che prima di approdare al ricco e professionistico calcio italiano ottiene successi con la formazione di Norrköping e con la formidabile nazionale di calcio svedese con la quale vince la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra del 1948.

Superata la concorrenza della Juventus, società all’epoca molto attiva sul mercato scandinavo, il Milan dell’ambizioso presidente Umberto Trabattoni riesce ad assicurarsi a gennaio del 1949 le prestazioni del potente centravanti svedese il quale arriva in Italia ed esordisce a fine gennaio contro la Pro Patria riuscendo a realizzare una rete decisiva nel tre a due finale a favore del Milan.

Seppur arrivato in un mondo ed in una dimensione calcistica sinora sconosciuti, Nordahl si ambienta in fretta e conclude la prima stagione con ben 15 reti all’attivo in 16 gare disputate in campionato, facendosi notare per una splendida doppietta nel derby di ritorno contro l’Inter terminato quattro a quattro.

La stagione 1949-50 coincide con l’arrivo in rossonero di altri due fuoriclasse svedesi: Nordahl, entusiasta dei primi sei mesi di esperienza italiana, si fa raggiungere dai connazionali olimpionici Gunnar Gren, formidabile cervello di centrocampo, e Nils Liedholm, cursore dai piedi raffinati.

Nordahl va così a comporre un valido trio tanto unito fuori dal campo quanto affiatato sul rettangolo verde: nasce così l’acronimo Gre-No- Li dalle iniziali dei tre campioni svedesi. Il Milan, sospinto dai 35 gol del capocannoniere Nordahl, arriva sino al secondo posto, realizzando ben 118 reti in campionato e collezionando, nel febbraio 1950, un sensazionale 7-1 contro la Juventus a Torino (con tre gol di Gunnar Nordahl) in quella che è la prima gara del calcio italiano a finire in televisione.

Il Milan è finalmente tornato nel calcio che conta: la squadra, oramai matura e completa in ogni reparto, guidata dal tecnico ungherese Lajos Czeizler, arriva al titolo nazionale nella seguente stagione 1950-51, interrompendo un lunghissimo digiuno durato ben 44 anni.

Nordahl è punta di diamante e ancora capocannoniere del campionato italiano con 34 reti; la dimensione del campione svedese è tuttavia ora anche internazionale, tant’è che Gunnar mette a segno ben 4 reti decisive che consentono al Milan di mettere in bacheca, nel giugno del 1951, il primo trofeo internazionale rappresentato dalla Coppa Latina.

Il Milan degli anni 51-54 è squadra forte, che occupa stabilmente i primi posti della classifica: i rossoneri sono secondi nella stagione 1951/52, con Nordahl autore di 26 reti, e per due volte terzi nelle successive stagioni 1952-53 e 1953-54, anni in cui il Pompiere conquista per due volte consecutive il titolo di capocannoniere con 26 e 23 reti.

Al Milan serve un ulteriore definitivo scatto per entrare definitivamente nella storia. Approfittando di una buona struttura societaria e di un acquisito respiro internazionale che si debbono alla passione del presidente uscente Trabattoni, l’ambiziosissimo Andrea Rizzoli gli succede alla guida del Milan e nell’estate del 1954 regala alla squadra ed agli appassionati tifosi il difensore triestino Cesare Maldini e il fenomenale cervello di centrocampo Schiaffino, fuoriclasse uruguaiano.

E così il Milan, forte in ogni reparto, ed esaltato una volta ancora dal formidabile Nordahl, capocannoniere per la quinta volta in sei anni con 27 reti grazie ai preziosi assist di Schiaffino, raggiunge nella stagione 1954-55 il quinto scudetto nazionale.

La stagione successiva il Milan comincia a misurarsi con ambiti europei sempre più ambiziosi: conquistato il secondo posto in campionato, i rossoneri raggiungono le semifinali di Coppa dei Campioni e conquistano la seconda Coppa Latina, grazie ai gol di Gunnar Nordahl.

Le movenze del campione svedese non sono più tuttavia così irresistibili: giunto a Milano a 27 anni, Gunnar Nordahl è stato simbolo del Milan per quasi 8 stagioni (dal gennaio 1949 sino all’estate del 1956), chiudendo la carriera in rossonero a quasi 35 anni con un rendimento sempre costante in termini di gol e prestazioni.

Il bomber rossonero più prolifico dell’ultracentenaria storia rossonera, con all’attivo 221 reti per complessive 268 presenze, decide infatti di trasferirsi alla Roma. Con i giallorossi gioca due stagioni (dal 1956 al 1958) collezionando 34 presenze e 15 reti. Il bomber, seppure sul viale del tramonto, viene apprezzato dal popolo romanista per la serietà e la dedizione: appese le scarpe al chiodo, diventa anche allenatore, seppur per un breve periodo, dei giallorossi, prima di tornare definitivamente in patria dove prosegue la carriera di tecnico.

Nordahl è stato l’eroe della nazionale svedese che nel 1948 ha conquistato l’indimenticabile oro olimpico del 1948 a Londra. La carriera con la maglia della nazionale non è stata tuttavia munifica come avrebbe potuto essere: il Pompiere ha collezionato 33 presenze e messo a segno 44 gol solo nel periodo 1942-48 in quanto, dopo la scelta di Gunnar di approdare nel calcio professionistico a gennaio del 1949, la Federazione svedese ne sancisce l’ostracismo privandosi di un fenomenale attaccante.

Nordahl considera l’Italia la sua seconda patria e non esita a tornarvi per rivedere amici o per trascorrervi le vacanze. Proprio in Italia, nel settembre 1995 ad Alghero, dove si trova in vacanza con un gruppo di amici, Nordahl trova la morte a causa di un infarto.

Milan e Roma, le sue squadre, lo ricordano la domenica successiva alla scomparsa scendendo in campo con il lutto al braccio.

CARATTERISTICHE

Centravanti di notevole stazza e dalla buone doti tecniche, risulta fisicamente inarrestabile per le difese degli anni 50. Grande senso del gol, si distingue per la capacità realizzative facendo uso di entrambi i piedi; discreta abilità nel gioco aereo, possiede un eccezionale tiro tanto da consentirgli di andare a rete anche da fermo. Formidabile progressione, sono celebri le sue reti una volta lanciato in velocità.

PALMARES

Club:

IFK Norrköping (Svezia): 4 Campionati nazionali (1944-45; 1945-46; 1946-47; 1947-48); 1 Coppa nazionale (1945)

Milan: 2 Campionati italiani (1950-51; 1954-55); 2 Coppe Latina (1950-51; 1955-56)

Nazionale Maggiore:

1 oro olimpico (Londra, 1948)

Personale:

Capocannoniere dei campionati svedese (1942-43; 1944-45; 1945-46; 1947-48) e italiano (1949-

50, 35 reti; 1950-51, 34 reti; 1952-53, 26 reti; 1953-54, 23 reti; 1954-55, 27 reti)

Calciatore svedese dell’anno (1947)

STATISTICHE

Calciatore:

Club (Svezia): Hörnefors (anni 1937-1940): 41 presenze, 68 reti; Degerfors (anni 1940-1944): 77 presenze, 56 reti; IFK Norrköping (anni 1944-1949): 95 presenze, 93 reti;

Club: Milan (anni 1949-1956): Serie A, 257 presenze, 210 reti; Coppe Europee ed altre Coppe: 11 presenze, 11 reti; complessivo con Milan: 268 presenze, 221 reti;

Club: Roma (anni 1956-58): Serie A, 34 presenze, 15 reti;

Nazionale Maggiore (anni 1942-1948): 33 presenze, 43 reti

Allenatore:

Club: Roma (anni 1957-1959)

Club vari in Svezia (anni 1959-1980)

CURIOSITA'

Gunnar Nordahl, bomber del romantico calcio degli anni ‘50 del secolo scorso, ha segnato un’epoca: i numerosi gol segnati con la maglia rossonera lo portano in vetta alla specifica classifica dei goleador milanisti di tutti i tempi, con ben 221 reti segnate nelle varie competizioni.

Nordahl è il secondo marcatore di sempre della massima serie italiana con 225 reti, dietro solo all’inarrivabile Silvio Piola ed ha mantenuto inoltre per ben 66 anni il record di 35 reti segnate in un solo campionato di seria A, per la precisione nella stagione 1949-50, superato dalle 36 marcature del formidabile Gonzalo Higuain, capocannoniere della stagione 2015-16.

Nordahl è inoltre l’unico giocatore ad aver vinto per ben 5 volte la classifica marcatori della serie A.

Il fisico possente non penalizza la sua velocità: Gunnar, che già all’eta di 16 anni brilla sui campi di calcio della massima serie svedese, è bomber velocissimo ed imprendibile per i difensori avversari e cannoniere implacabile anche dalla distanza. Il giovane Nordahl tira e segna da tutte le posizioni e lo fa, seguendo i consigli del severo padre, per scaldarsi: “Tira, Gunnar!”, gli grida il padre e lui obbedisce…

Gunnar e i suoi fratelli calciatori (due dei quali approdano in Italia, Knut alla Roma e Bertil all’Atalanta, senza eccessiva fortuna) devono tuttavia anteporre il lavoro e la sicurezza economica al calcio: Gunnar è esplosivo, lo vuole il Norrköping, ma accetta il trasferimento solo quando la società gli offre un posto sicuro da caporale pompiere.

Gunnar sfonda anche all’IFK con il quale colleziona titoli svedesi e di capocannoniere ed è pronto, nel 1948, a guidare la nazionale svedese alla conquista, tanto inattesa quanto meritata, del titolo olimpico a Londra.

La fama di Nordahl supera finalmente i confini svedesi e l’onnipresente Juventus, che ha uffici a Stoccolma, strappa un’opzione sul Pompiere all’IFK di Norrköping già pregustandone l’arrivo a Torino.

La Juventus è società attenta al mercato estero e monitora con particolare attenzione quello scandinavo: oltre a Nordahl, gli uomini di Agnelli mettono sono contratto con un vero e proprio blitz il talentuoso danese Ploeger, che aveva già siglato un pre-accordo con il Milan del Presidente Trabattoni. Inviperito, Trabattoni accusa di scorrettezza la Juventus: l’avvocato Agnelli, con un gesto riparatore elegante, regala ai rossoneri l’opzione su Nordahl che la esercitano per portare a Milano l'eroe svedese di Londra.

Nordahl arriva a Milano di sabato, il 22 gennaio 1949: alle 21.48 il treno con a bordo il campione scandinavo entra in stazione, accolto da oltre duemila deliranti tifosi milanisti! Nella calca, che sorprende e confonde il gigante Gunnar, si registrano alcune vetrate della Stazione Centrale in frantumi e qualche contuso.

Il centravanti svedese esordisce con la maglia rossonera cinque giorni dopo all’Arena di Milano: il pubblico di fede milanista aspetta una sua prodezza e Gunnar lo ripaga con un gol nel decisivo. È l’inizio di una avventura esaltante che durerà 8 anni: Nordahl porta il Milan per due volte a vincere il titolo nazionale, prima nel 1950-51, dopo ben 44 anni di attesa, e poi nel 1954-55, insieme con due Coppe Latina ed una semifinale di Coppa dei Campioni, aprendo di fatto l’epopea del Milan europeo del presidente Rizzoli.

Grazie a Nordahl il Milan torna protagonista del calcio italiano: il suo rapido ambientamento e la sua conoscenza del calcio nordico convincono la dirigenza milanista ad acquistare nel 1949 altri due campioni svedesi, Gunnar Gren e Nils Liedholm. Emblematico il ricordo del Barone, che sostiene di aver accettato il trasferimento al Milan per sfinimento, dopo aver passato un’intera notte a discutere con Nordahl che, insieme con la moglie, gli elencava le bellezze dell’Italia calcistica e non solo.

Nordahl è uomo immagine, in campo e fuori: la sua straripante potenza fisica lo porta a essere irresistibile sui campo da calcio e trascina il Milan a risultati roboanti. Il Bisonte, soprannome ovviamente legato a forza e prestanza fisica, trascina il Milan con una tripletta nello storico 7-1 del febbraio 1950 a Torino contro la Juventus: nessuno riesce a fermarlo, se non con le cattive maniere, tanto che lo juventino Parola viene espulso per un terribile fallo su Nordahl ottenendo tuttavia a fine gara il perdono dal gigante buono svedese.

Nordahl è protagonista delle prime pagine di quotidiani e rotocalchi, ma sempre per le sue qualità calcistiche e morali. Con Gren e Liedholm è vincente in campo nel trio rossonero Gre-No-Li, acronimo nato dall’idea di un giornalista che aveva difficoltà a pronunciarne i nomi, e nella vita privata: i tre sono amici e l’affiatamento è segno distintivo della pubblicità che vede i tre insieme a gustare un famoso liquore in voga negli anni ’50.

Terminata l’esperienza al Milan, Nordahl trascorre due anni da calciatore e uno da tecnico a Roma con la casacca giallorossa: tre stagioni per imparare ad amare la Capitale e farsi apprezzare come atleta e come uomo.

Nordahl fa ritorno in Svezia alla fine degli anni ’50 ma non dimentica l’italia ed il Milan in particolare. Lo si vede a Milanello nel 1977, quando arriva prima di un vittorioso derby per ritrovare l’amico Liedholm, al tempo tecnico rossonero, e ritorna nel 1989 in veste di agente di viaggio del Norrköping per osservare ed esaltare il Milan di Sacchi, secondo Nordahl simile al suo Milan scudettato del 1955.

Nordahl occupa un posto di rilievo nella storia rossonera: a Casa Milan vengono proiettate le immagini dei suoi gol ed in una teca sono custoditi gli scarpini con i quali, nella stagione 1953-54 vince per la quarta volta – terza consecutiva – il titolo di capocannoniere con 23 reti.

Il più prolifico bomber del Milan di tutti i tempi trova la morte proprio in Italia, ad Alghero, mentre si trova in vacanza: le sue qualità tecniche da “missionario della rasoiata”, come fu più volte soprannominato, e umane da gigante buono per la voce flebile a dispetto di un fisico straripante, saranno sempre ricordate dagli sportivi italiani.

Enrico Maggioni